BORGO A MOZZANO: LEGGENDA DEL PONTE DEL DIAVOLO

Lungo oltre 90 metri​​ quest’opera di raffinata ingegneria presenta una struttura “a schiena d’asino” estremamente caratteristica visto che è formato da tre arcate di diverse dimensioni, con il suo arco maggiore che raggiunge un’altezza superiore ai 18 metri.

È un’eccezionale opera di ingegneria medioevale probabilmente voluta dalla contessa Matilde di Canossa (1046-1115).

Fu fatto restaurare nel secolo XIII da Castruccio Castracani (1281-1328).

 

 

Il ​Ponte del Diavolo (chiamato normalmente Ponte della Maddalena, derivante da un’edicola che era presente (nel 1500), oggi rimossa), prende il suo nome dalla leggenda che vuole sia stato il demonio in persona a costruirlo.

La storia narra che la costruzione del ponte fosse stata commissionata ad un capomastro che era molto preoccupato per i tempi di consegna.

L’opera era difficile da realizzare, e l’imminente scadenza lo fece cadere in disperazione, tanto che ​​il Diavolo si manifestò proponendo di aiutare il capomastro: avrebbe completato il ponte lui stesso in cambio dell’anima del primo essere vivente che lo avrebbe attraversato.

Stretto il patto, in una notte il ponte fu eretto ma il muratore si sentì talmente in colpa da correre a confessarsi da un prete che gli suggerì una strategia per rimediare alla sua debolezza: far attraversare per prima una bestia (una versione della leggenda parla di un maiale, l’altra di un cane)

 

Il giorno dell’inaugurazione il capomastro ha seguito il consiglio del prete e bloccata la folla che entusiasta voleva attraversare il ponte fece per primo passare un maiale ( o un cane).

In questo modo il Diavolo sentendosi sbeffeggiato dall’arguzia del capomastro decise di gettarsi nelle acque del fiume Serchio scomparendo per sempre.

 

Secondo la leggenda nelle nebbiose e fredde notti autunnali è possibile ancora scorgere un’ombra a 4 zampe, pare che questa ombra a 4 zampe sia un cane bianco (alcune persone dicono sia un pastore maremmano) che attraversa il ponte e si dice che sia il Diavolo che attende il il capomastro per riscattarne l’anima.

 

Il Consiglio generale della Repubblica di Lucca nel 1670 proibiva con decreto di passarvi sopra con “ceppi” e macine di mulino con l’intento di preservare il ponte nella sua integrità.

Nel 1836 il ponte subì gravi danni a causa di una piena del fiume, mentre nei primi anni del 1900 venne aperto un nuovo arco sulla parte destra per consentire il passaggio del treno.

 

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