Come funziona ?
Nei video si può osservare un foglio con due matite, una posta in modo perpendicolare e in equilibrio sull’altra. Le due matite, incrociandosi, dividono il foglio in quattro quadranti: in due quadranti si scrive la parola “Sì”, mentre negli altri due quadranti opposti si scrive “No”.
L’idea è che, una volta posizionate le matite e pronunciata ad alta voce una particolare “formula”, la matita in equilibrio si muova da sola, indicando una risposta verso il “Sì” o verso il “No”.
Il “Charlie Charlie Challenge” si ispira a un gioco che sembra originario del Messico e coinvolge un presunto fantasma di nome Charlie, che si dice sia responsabile del movimento della matita.
Per questo motivo, tutti i video iniziano con una richiesta allo spirito di Charlie – “Charlie, Charlie, sei lì? Charlie Charlie possiamo giocare?” – e si concludono con un “Addio Charlie” dopo aver lasciato cadere le matite a terra, interrompendo così il presunto contatto con lo spirito.
Il Charlie Charlie Challenge è una versione semplificata della tavola Ouija, uno strumento utilizzato nelle sedute spiritiche in cui si crede che uno spirito, non definito chiaramente, comunichi spostando un indicatore mobile tra le lettere dell’alfabeto sulla tavola, formando parole e frasi complete.
È anche una versione semplificata del “Gioco delle matite”, che prevede l’uso di sei matite.
Alcuni hanno ipotizzato che possa essere una strategia di marketing virale creata per promuovere un film horror chiamato “The Gallows“. Anche se i produttori del film hanno cercato di sfruttare questa pubblicità gratuita, il gioco non ha origine da loro.
Sembra che l’origine sia piuttosto un gioco di equilibrio con le matite chiamato “Jugando Charly Charlie“, pubblicato su YouTube nel 2014 o una sua variante precedente di qualche anno.
Tuttavia, sembra che un servizio televisivo sensazionalistico trasmesso in aprile sulle TV della Repubblica Dominicana abbia suscitato interesse per il gioco in tutto il mondo.
Perché questa diffusione ?
Spiegarne la diffusione di questi video può essere difficile, come spesso accade. Tuttavia, questa volta, escludendo l’ipotesi del “fantasma messicano di nome Charlie che muove le matite”, l’explicazione su cosa accada e perché è molto più semplice rispetto, ad esempio, al caso del vestito che alcune persone vedevano bianco-oro e altre nero-blu.
In questo caso, il movimento della matita è causato dall’equilibrio instabile in cui si trova. L’aria, una soffio, un magnete o qualcun altro possono essere responsabili di spostarla.
È praticamente impossibile mantenere immobile la matita superiore una volta che è stata posizionata in equilibrio sulla matita inferiore. Qualsiasi corrente d’aria, causata da un movimento, una brezza o anche solo un respiro, è sufficiente per farla ruotare.
Il caso delle 22 bambine possedute in Colombia
Una delle 22 bambine che si dice fossero possedute ha raccontato di aver visto un uomo vestito completamente di nero, che minacciava di uccidere tutti. Alcune persone descrivono questo uomo chiamato Charlie come uno spettro con un sombrero.
Le autorità locali hanno invitato la popolazione a non cedere al panico, mentre il pastore locale ha consigliato di pregare contro la stregoneria.
Le bambine sono state affiancate da consiglieri spirituali. Questo non è il primo caso di possesso demoniaco dopo aver giocato a Charlie Charlie. Un sacerdote americano ha scritto una lettera ai genitori degli studenti di una scuola cattolica, avvertendo che “non c’è nulla di innocente nel giocare con i demoni”.
Secondo un esorcista del Vaticano, questo gioco evoca veramente i demoni e chiunque lo pratica si espone al rischio di essere perseguitato da forze maligne.
Spesso le domande rivolte a Charlie sono banali e riguardano informazioni sui cantanti preferiti o questioni sentimentali. Sono stati segnalati ulteriori casi nella Repubblica di San Marino e a Reggio Calabria, dove sembra che un prete sia intervenuto non tanto per esorcizzare, ma per mettere in guardia i genitori dei ragazzi sulla pericolosità di tali pratiche.
In Giamaica, la comunità islamica ha vietato il gioco, mentre alle isole Fiji il Ministero dell’Educazione lo ha proibito nelle scuole. In Italia, il preside di una scuola media a Cerea, in provincia di Verona, ha vietato di ripetere il gioco in classe per evitare angoscia tra i compagni più sensibili.