CHE COS’È VERAMENTE LA PARAPSICOLOGIA ?

La parapsicologia (più raramente detta metapsichica) nasce nel 1935 presso la Duke University di Durham (Carolina del Nord) quando il suo direttore J. B. Rhine, ne aprì il primo laboratorio. Ciò accade circa 50 anni dopo il primo laboratorio di Psicologia sperimentale nato a Lypsia nel 1879 grazie a Wundt.

 

Vi propongo questa estrapolazione da Wikipedia, una definizione abbastanza chiara della parapsicologia classica:

“La parapsicologia è la disciplina che si propone di studiare con metodi scientifici tre categorie di fenomeni anomali: poteri psichici, interazione tra mente e materia e sopravvivenza alla morte. La parapsicologia non è solo lo studio di ogni fenomeno paranormale, nonostante si occupi di dimensioni e di fenomeni inerenti a processi estranei alle comuni e note leggi fisiche e alle esperienze sensoriali, ma comunque attribuibili alla psiche dell’uomo.”

 

 

Sebbene la scienza ufficiale non considera questa disciplina una vera e propria scienza perché tratta fenomeni non ufficialmente riconosciuti, essa è comunque stata portata avanti come se fosse una scienza a tutti gli effetti e, infatti, si fonda sull’utilizzo di un rigoroso metodo scientifico.

Attraverso l’osservazione, la raccolta dei dati e vari esperimenti si cerca di formulare delle ipotesi che poi verranno verificate o confutate, al fine di scoprire le leggi che permettono a questi fenomeni di esistere.

 

 

Presupposto fondamentale da cui nasce il nome della disciplina è che l’origine di questi fenomeni sia in qualche modo legata alla psiche dell’uomo, a qualche aspetto di essa ancora sconosciuto, ma ciò implica che il fenomeno possa anche non essere di natura paranormale.

E’ abbastanza facile comprendere come mai questi fenomeni possano essere collegati alla coscienza umana. Prendiamo il caso della telepatia. Non ha a che fare con la fisica perché tra i due soggetti non c’è lo scambio di una sostanza concreta, ma immateriale: il pensiero.

Poiché il fenomeno ha origine nella coscienza umana ed è uno scambio tra due coscienze potrebbe in qualche modo rientrare nella psicologia, ma in realtà non fa parte neanche di questa. Allora, è proprio in questo spazio che si inserisce la parapsicologia, cercando di dare una soluzione e una spiegazione.

 

 

 

Qual’è l’obiettivo della parapsicologia ?

 

L’obiettivo della parapsicologia è quello di studiare, o piuttosto, di individuare e confermare l’esistenza delle capacità extrasensoriali e psicocinetiche dell’essere umano. Rhine iniziò adottando il paradigma dominante nella psicologia dell’epoca, cioè metodi qualitativi basati sull’introspezione del singolo su ciò che sente e avverte.

 

Il nucleo della disputa e del sospetto circa i metodi della parapsicologia (criticati in primis dagli psicologi che vengono associati a queste metodiche) è dato dal fatto che l’esistenza di questi fenomeni non viene accertata, ma data per scontata, quando in realtà non esistono prove scientifiche probanti su fenomeni paranormali. I laboratori di parapsicologia cercano di descrivere le condizioni che portano all’attuazione del fenomeno e che lo favoriscono.

Nonostante un iniziale interesse dalla comunità scientifica, già alla fine degli anni ’50 risultò chiaro che la metodica principale (la lettura delle carte) e i risultati ottenuti erano metodologicamente scarsi e quindi la parapsicologia uscì dal campo della scienza.

 

 

 

La controversia con la comunità scientifica

 

Nel corso degli anni la divisione tra comunità scientifica e parapsicologia non ha convinto i molti sostenitori che vedono in questo atteggiamento una copertura della conoscenza. Io penso che la querelle con la psicologia scientifica si basi sul metro di valutazione che ciascuno di noi intende adottare.

Gli esperimenti che sono stati presentati non si sono mai rivelati convincenti se consideriamo il pensiero scientifico. L’ultimo esempio sono i casi riportati da Daryl Bem sul Journal of Personality and Social Psychology che seppure strutturalmente corretti, non sono stati in grado di replicare i risultati quando riprodotti da altri scienziati che avevano usato la stessa procedura.

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