Origini del cristianesimo e del paganesimo
Il cristianesimo è nato nell’Impero Romano, in un periodo in cui la religione dominante era il paganesimo. Il paganesimo è una religione politeista, con molti dei e dee, ciascuno con i propri ruoli e poteri.
Al contrario, il cristianesimo è una religione monoteista, che crede in un solo Dio.
Perché il cristianesimo si basa sul paganesimo?
Quando il cristianesimo stava iniziando a diffondersi, era più facile per le persone accettare la nuova religione se vedevano elementi familiari della loro vecchia fede, il paganesimo.
Quindi, molti aspetti del paganesimo furono incorporati nel cristianesimo. Ad esempio, alcune feste cristiane furono fissate in date che erano originariamente feste pagane.
Feste cristiane con origini pagane
Molti simboli e rituali cristiani hanno radici nel paganesimo. Ad esempio, l’albero di Natale, ora un simbolo comune del Natale cristiano, ha le sue origini nelle tradizioni pagane. Anche l’uso di candele nei servizi religiosi ha radici nel paganesimo.
Il Natale e Yule
Il Natale, che celebriamo il 25 dicembre, ha delle radici nella festa pagana chiamata Yule. Yule è un’antica festa pagana celebrata intorno al solstizio d’inverno, associata alla rinascita del sole e all’inizio di giornate più lunghe.
Questa festa era un momento di trasformazione, di passaggio dal buio alla luce, dall’oscurità al sole, dal vecchio al nuovo. Molti simboli moderni del Natale derivano da Yule, come l’albero di Natale e l’uso di candele.
Babbo Natale e Odino: un collegamento storico
Babbo Natale, il personaggio che tutti conosciamo e amiamo, ha radici molto antiche e interessanti. Una di queste radici risale al dio Odino della mitologia nordica. Odino era un dio molto importante, conosciuto per la sua saggezza, le sue abilità magiche e la sua connessione con la natura e gli animali.
Secondo le leggende, Odino aveva due corvi che ascoltavano dai camini per scoprire chi fosse buono o cattivo. Nel tempo, la figura di Odino è stata lentamente trasformata, o meglio, si è evoluta nel personaggio di Babbo Natale che conosciamo oggi.
Come Odino, Babbo Natale è saggio, generoso e ha una connessione speciale con gli animali (pensa alle sue renne!). E proprio come i corvi di Odino, Babbo Natale sa chi è stato buono o cattivo. Quindi, anche se Babbo Natale e Odino sembrano molto diversi, in realtà hanno molto in comune.
Sleipnir e le renne di Babbo Natale
Sleipnir è il cavallo di Odino nella mitologia norrena. Questo cavallo non è un cavallo comune, ma ha otto zampe e può viaggiare attraverso il cielo e l’acqua, e anche attraverso altri mondi. Sleipnir è descritto come il migliore e il più veloce di tutti i cavalli.
La figura di Babbo Natale è spesso associata a un mezzo di trasporto trainato da animali, in particolare le renne e indovinate ? Secondo alcune storie e leggende si parla di solo 8 renne proprio come 8 sono le zampe di Sleipnir, senza Rudolph (la renna dal naso rosso), secondo la tradizione più diffusa invece le renne di Babbo Natale sono 9 se contiamo Rudolph.
Questo collegamento tra Babbo Natale e le renne potrebbe essere visto come una sorta di evoluzione del mito di Odino e Sleipnir.
Inoltre, c’è un’antica tradizione secondo la quale i bambini riempivano i loro stivali con carote, paglia o zucchero e li lasciavano vicino al camino per sfamare Sleipnir. Questa usanza è molto simile a quella moderna in cui i bambini lasciano dei biscotti e del latte per Babbo Natale e delle carote per le sue renne.
Quindi, anche se Sleipnir e le renne di Babbo Natale sembrano molto diversi, in realtà hanno molto in comune.
La Pasqua e Ostara
La Pasqua, che celebriamo in primavera, ha delle radici nella festa pagana chiamata Ostara. Ostara è il nome dell’equinozio di primavera secondo la cultura celtica. Questa festa era un momento di passaggio importante, simbolo di rinascita e fertilità.
Con la diffusione del Cristianesimo, la festa di Ostara venne assimilata dalla Pasqua, la cui data di celebrazione cade presso il primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera.
Eostre e Ostara
Eostre, anche chiamata Ostara o Eastre, è una dea germanica associata alla primavera e all’alba. Particolarmente conosciuta nelle tradizioni anglosassoni e dell’alto tedesco antico.
Eostre è la dea della fertilità, dell’amore e del rinnovamento nella mitologia anglosassone, nella mitologia nordica e nella mitologia germanica.
I popoli anglo-sassoni chiamavano il mese lunare corrispondente all’incirca al nostro aprile, Eostre-monath, e in questo periodo celebravano feste in onore della dea Eostre associata a vari aspetti connessi col rinnovarsi della vita quali la primavera, la fertilità e la lepre (per la velocità con cui prolifica).
Ostara: simboli e significati
La festa di Ostara, celebrata durante l’equinozio di primavera, è ricca di simboli che rappresentano la rinascita e la fertilità. Il coniglio è uno dei simboli principali di Ostara. Questo animale è noto per la sua elevata capacità di riproduzione, rendendolo un simbolo perfetto di fertilità e prosperità. L’uovo è un altro simbolo importante di Ostara.
Rappresenta l’embrione primordiale da cui scaturisce l’esistenza, un concetto noto come “uovo cosmico” presente in antichi miti della creazione della zona mediterranea ed in molte altre culture extra europee. L’uovo simboleggia la rinascita, un tema centrale della festa di Ostara.
Dioniso: Il Dio Bambino in una Mangiatoia
Dioniso, il dio greco del vino, dell’estasi e della liberazione dei sensi, è spesso rappresentato come un “dio bambino”. Secondo il mito, Dioniso era figlio di Zeus, il re degli dei, e di Semele (una mortale).
Quando Semele morì, Zeus salvò il bambino non ancora nato e lo portò a termine nella sua coscia.In alcune rappresentazioni, Dioniso è mostrato come un bambino avvolto in fasce e posto in una mangiatoia.
Questa immagine ricorda la nascita di Gesù, come descritto nel Vangelo secondo Luca, dove Maria avvolge il neonato Gesù in fasce e lo adagia in una mangiatoia. Queste somiglianze tra le storie di Dioniso e Gesù sono un esempio di come le storie e i simboli pagani siano stati incorporati nel cristianesimo.
Dioniso e il Miracolo del Vino
Dioniso aveva il potere di mutare l’acqua in vino, questo potere miracoloso era ritenuto pratica corrente negli esercizi rituali che facevano cadere in trance i baccanti e le Menadi. Questo miracolo è simile a quello compiuto da Gesù durante le nozze di Cana, come descritto nel Vangelo secondo Giovanni, dove trasformò l’acqua in vino.
Similitudini tra il Ragnarok e l’apocalisse cristiana
Il Ragnarok, noto anche come “il destino degli dei”, è un evento apocalittico descritto nella mitologia norrena. Questo evento segna la fine del mondo, un concetto che trova paralleli in molte altre religioni, compreso il cristianesimo.
Inizio della Fine
Nel Ragnarok, l’inizio della fine è segnato dall’inganno di Loki, che porta alla morte di Baldir, il figlio prediletto di Odino. Questo evento costringe gli dei ad accettare il loro destino: anche loro devono morire. Allo stesso modo, nel cristianesimo, l’apocalisse è spesso vista come un periodo di tribolazione e sofferenza che porterà alla fine del mondo.
Segni premonitori
Prima del Ragnarok, ci sono tre inverni rigidissimi, noti come Fimbulwinter, che non lasciano posto all’estate. Questo periodo di freddo e caos è seguito da un’eclissi totale, causata dai lupi Skoll e Hati che divorano il sole e la luna. Nel cristianesimo, l’Apocalisse è anch’essa preceduta da segni premonitori, come terremoti, carestie e guerre.
Battaglia Finale
Il Ragnarok culmina in una grande battaglia tra gli dei e i giganti. Anche l’apocalisse cristiana prevede una battaglia finale, nota come Armageddon, in cui le forze del bene e del male si scontrano.
Rinascita
Nonostante le differenze, sia il Ragnarok che l’apocalisse cristiana condividono un tema comune di morte e rinascita. Dopo la distruzione del mondo, entrambe le tradizioni prevedono una sorta di rinascita o rinnovamento.
Queste similitudini tra il Ragnarok e l’apocalisse cristiana possono riflettere temi universali di morte, distruzione e rinascita che si trovano in molte tradizioni religiose e mitologiche.
Tuttavia, è importante notare che queste somiglianze potrebbero anche essere il risultato di influenze culturali reciproche o convergenze indipendenti.
Similitudini tra la tromba di Heimdall e le trombe dell’apocalisse
La tromba di Heimdall
Nella mitologia norrena, Heimdall è il guardiano degli dei e possiede una tromba chiamata Gjallarhorn. Questa tromba ha un ruolo cruciale nel Ragnarok, la fine del mondo nella mitologia norrena. Quando Heimdall suona il Gjallarhorn, segnala l’inizio della battaglia finale.
Le trombe dell’apocalisse
Nell’apocalisse, un libro del Nuovo Testamento della Bibbia, sette angeli suonano sette trombe, ognuna delle quali porta a un evento catastrofico che segna la fine del mondo. Questi eventi includono calamità naturali come terremoti e piaghe, così come la caduta di stelle dal cielo.
Similitudini
Entrambe le trombe segnalano l’inizio di eventi apocalittici e servono come avvertimento della fine imminente del mondo. Sia nel Ragnarok che nell’apocalisse, la suonata della tromba segna l’inizio di una battaglia o di una serie di eventi che porteranno alla fine del mondo.
Differenze
Mentre la tromba di Heimdall è suonata da un solo dio per segnalare l’inizio del Ragnarok, le trombe dell’apocalisse sono suonate da sette angeli diversi, ognuno dei quali porta a un evento catastrofico distinto.
Inoltre, mentre la tromba di Heimdall è strettamente legata alla battaglia finale del Ragnarok, le trombe dell’apocalisse portano a una serie di eventi che includono sia battaglie che altre forme di distruzione.
Conclusione
Quindi, mentre il cristianesimo e il paganesimo sono due religioni molto diverse, il cristianesimo ha incorporato molti elementi del paganesimo. Questo non diminuisce la fede cristiana, ma mostra come le religioni possano evolversi e influenzarsi a vicenda nel corso del tempo.
Ricordiamo che la comprensione e l’accettazione delle diverse influenze culturali e religiose possono aiutarci a capire meglio la nostra storia e il mondo in cui viviamo.