ESISTE DAVVERO IL BIGFOOT ?

Oltre il 10% dei cittadini USA crede nella esistenza di Bigfoot (chiamato sasquatch oppure piedone in italiano) è una leggendaria creatura scimmiesca che dovrebbe vivere nelle foreste dell’America settentrionale.

 

 

Il termine Sasquatch è stato introdotto dall’insegnante americano John W. Burns intorno al 1920. Burns era anche un agente indiano e lavorata con la riserva dei Chehalis a Harrison Hot Springs, nella Columbia Britannica. Furono questi nativi a raccontargli fantastiche storie di giganti che abitavano la foresta.

Non è ancora chiaro se volessero (anche) prendere in giro Burns, ma il punto è che queste creature non erano affatto simili al bigfoot a cui oggi siamo abituati: i Sasquatch erano alti, ma erano uomini a tutti gli effetti. Parlavano, si vestivano, usavano strumenti e sebbene venissero descritti come hairy giants, questo si riferiva al fatto che uomini e donne avevano capelli lunghi fino alla vita, non che fossero ricoperti di pelo.

 

 

La mutazione in chiave scimmiesca del Sasquatch avvenne solo nel 1957, in circostanze del tutto particolari. In occasione del centenario della Columbia Britannica, Harrison Hot Springs decise di rilanciare la leggenda locale e propose al comitato per le celebrazioni l’organizzazione di una caccia allo Sasquatch.

La proposta non aveva i requisiti per il finanziamento e venne rifiutata, ma grazie alla stampa si generò così tanta pubblicità gratuita che alla fine il comitato mise una taglia di 5000 dollari per la cattura di un Sasquatch vivo. In quel clima eccitato, si fece avanti un tale chiamato William Roe, che fece una dichiarazione giurata alla stampa su uno strano incontro avvenuto due anni prima.

 

 

L’uomo spiegò dettagliatamente la creatura: un grande primate di sesso femminile con le braccia lunghe quasi fino alle ginocchia, completamente ricoperto di peli scuri con la punta argentata eccetto le piante dei piedi, che rivelavano una pelle grigio-marrone.

Decisamente questo Sasquatch non assomigliava agli indiani giganti descritti negli anni ’20, ma fu questa testimonianza a fissare per sempre nella nostra immaginazione che cos’era un Bigfoot.

 

 

Bigfoot è alto fra i 2 e i 2,70 metri e ricoperto da una folta peluria che va dal rosso scuro al nero. Alcuni testimoni dicono che abbia grandi occhi e una cresta sulla fronte. Il suo peso è stato stimato attorno ai 200 kg

 

 

Segnalazioni della sua presenza sono arrivate da diverse parti degli Stati Uniti, ma sembra che gli avvistamenti di ‘Bigfoot’ siano concentrati negli Stati di Washington Oregon, nel Nord Ovest del Paese. Non ci sono prove concrete della sua esistenza se non alcune sequenze video, delle fotografie sfocate e certe orme di piedi anomale.

Eppure di recente a una donna è capitato di trovarsi alle spalle una creatura che potrebbe essere proprio ‘Bigfoot’, quell’essere a metà tra uomo e scimmia che per gli zoologi sarebbe solo una leggenda.

 

 

Come si spiega allora che la donna abbia visto non uno bensì due figure camminare nel bosco ? Addirittura dietro di loro le è sembrato di intravedere anche un cucciolo. Insomma avrebbe visto una tranquilla famigliola che in realtà non esisterebbe.

La disputa tra chi crede in queste misteriose creature che sono milioni in tutto il mondo e chi invece pensa sia solo frutto della fantasia va avanti da anni.

I nativi americani li chiamavano ‘sasquatch’ e li descrivevano come uomini selvaggi, alti e robusti, che si nascondevano nelle foreste più fitte. Negli ultimi decenni gli avvistamenti di un ‘Bigfoot’ si sono concentrati sulla costa del Pacifico statunitense, ma qualcuno sostiene di averlo visto nella valle del Mississippi persino in Florida.

 

Il video più famoso in cui viene mostrata una creatura che potrebbe essere il vero ‘Bigfoot’ è il film Patterson-Gimlin. Il 20 ottobre 1967, Roger Patterson e Robert Gimlin filmarono un presunto ‘sasquatch’ a Bluff Creek, in California.

Il filmato divenne famoso perché fu l’unico a essere preso in considerazione dagli studiosi, i quali, ancora oggi, stanno discutendo sulla sua veridicità. La pellicola mostra una creatura molto alta e dalla folta peluria nera-grigia, capace di camminare sulle zampe posteriori. Nel filmato si osserva la creatura procedere con passo malandato, girarsi verso i due uomini e poi addentrarsi nella foresta. Il nome che le fu dato è Patty.

 

Secondo il blogger Thinker Thanker la creatura del video non è né un uomo e neppure una scimmia, ma sarebbe un vero ‘Bigfoot’. Lo dimostrerebbero la camminata, la proporzione tra gli arti superiori e inferiori e la massa muscolare ben visibile.

 

 

 

IL RILASCIO DEI FILE UFFICIALI DELL’ FBI

 

Nel 1976, l’allora direttore del Bigfoot Information Center, Peter Byrne, scrisse una lettera al Bureau chiedendo di fare chiarezza una volta per tutte riguardo a una precedente istanza accolta per analizzare dei peli“non identificabili come quelli di una creatura conosciuta nel continente”.

Il vice direttore dell’FBI, Jay Cochran, rispose che non era in grado di trovare alcuna documentazione di tale esame. Byrne richiese allora un test di ciò che considerò un nuovo ed interessante campione. Scrisse infatti:

 

Non ci capita spesso di imbatterci in peli che non siamo in grado di identificare. E quelli che abbiamo adesso, circa 15 e attaccati a un piccolo pezzo di pelle, rappresentano il primo campione degli ultimi sei anni che riteniamo possa avere una certa rilevanza.

 

Così Cochran rispose che, sebbene il laboratorio dell’FBI si concentrasse principalmente su indagini criminali, a volte agiva nell’interesse della comunità scientifica. Così decise di esaminare i peli e il tessuto.

 

 

Il campione venne analizzato con processi che includevano:

 

  • osservazione al microscopio

 

  • studio di caratteristiche morfologiche quali struttura delle radici, struttura midollare e spessore della cuticola

 

  • calchi in scala e confronto diretto con peli di origine nota, grazie a un microscopio comparatore

 

Peccato che i risultati non furono quelli sperati da Byrne. Cochran scrisse infatti che, in seguito alle analisi, “fu scoperto che i peli appartenevano a un cervo“.

 

 

Peter Byrne non ha mai perso la speranza di dimostrare che il Bigfoot sia una creatura reale ed estremamente rara. L’uomo racconta di aver sempre avuto un interesse per l’ignoto e il mistero, dal momento che suo padre era solito raccontargli le storie sullo Yeti dell’Himalaya prima di rimboccargli le coperte.

Provare l’esistenza del Bigfoot è per Byrne “una grande sfida”, come egli stesso la definisce. Il suo desiderio di individuare la creatura lo portò anche a organizzare tre spedizioni in Nepal alla fine degli anni ’50.

 

Byrne afferma di aver trovato due o tre serie di possibili impronte di Bigfoot negli ultimi cinquant’anni, con cinque dita per piede, lasciate sull’Himalaya a un’altitudine di oltre 4500 metri. Tuttavia ammette che avrebbero potuto essere di asceti induisti, visti camminare a piedi nudi tra la neve.

 

 

 

I VARI AVVISTAMENTI

 

1924: i quattro minatori dell’Ape Canyon

Nel lontano luglio del 1924, quattro minatori, tra cui un tale di nome Fred Beck, sostennero di essere stati attaccati da un gruppo di Bigfoot nell’Ape Canyon (Washington). Per molti si è trattato soltanto di un gruppo di giovani campeggiatori che si erano divertiti a lanciare sassi nel canyon, ma i minatori dichiararono di aver visto molto bene gli assalitori e che questi non erano assolutamente uomini. Furono inoltre trovate delle impronte troppo grandi per essere ritenute umane.

 

 

1967: i cacciatori Patterson e Gimlin, il caso più celebre di avvistamento

Il 20 ottobre del 1967, due cacciatori di nome Roger Patterson e Bob Gimlin girarono un video nelle vicinanze del fiume Bluff Creek che mostra una creatura molto alta e dalla folta peluria, che prima di addentrarsi nella foresta rivolge lo sguardo proprio verso i due uomini. Il filmato è stato l’unico ad essere preso in considerazione dagli studiosi. A distanza di anni, la sua veridicità non è mai stata provata, anche se per molti si tratta “semplicemente” di un uomo travestito da Bigfoot.

 

 

ALTRO CASO NEL 1970

Nel 1970 una famiglia di creature molti simili a Bigfoot venne osservata da uno psichiatra di San Diego e dalla sua famiglia, mentre il 28 agosto del 1995 una televisione della Waterland Production filmò uno Sasquatch nelle foreste della California Settentrionale.

Tra i presunti avvistamenti più recenti di Bigfoot si ricordano quello del 2012 relativo all’uccisione di un esemplare di Uomo-Scimmia da parte del cacciatore Rick Dyer. L’uomo sostiene di aver portato il corpo della creatura in un posto sconosciuto del Texas.

 

 

 

Altri avvistamenti

 

  • La prima testimonianza risale al 1811, anno in cui un commerciante canadese scoprì delle orme apparentemente umane, lunghe più di 40 cm sulle nevi delle Montagne Rocciose settentrionali, vicino Alberta.

 

  • Il primo avvistamento dell’animale in carne ed ossa avvenne nel 1851, quando due cacciatori dell’Arkansas si imbatterono in una mandria di animali inseguita da una gigantesca creatura dall’aspetto antropomorfo; secondo la loro descrizione, la creatura era ricoperta di pelo e dei lunghi capelli gli cadevano sulle spalle come una criniera. Le impronte rinvenute sul posto misuravano circa 35 cm.

 

  • Un fatto ancora più incredibile accadde il 30 giugno del 1884: un essere simile, la cui descrizione combacia con quella del bigfoot, venne catturato dai passeggeri di un treno a circa 130 Km da Vancouver. La creatura, nonostante fosse alta solo 150 centimetri, si dice fosse dotata di una forza sovrumana, con il corpo interamente coperto di pelo lucido tranne il viso, i piedi e le mani. Jacko (così venne battezzato questo mostruoso ominide) venne addirittura esposto al pubblico nella cittadina di Yale per qualche tempo finché un certo George Tilbury decise di portarla a Londra per compiere analisi scientifiche. Da allora la creatura scomparve e non se ne seppe più niente; non è ancora stata trovata una spiegazione scientifica per questo incredibile avvenimento.

 

 

 

Cosa ne pensa Grover S. Krantz ?

 

Secondo Grover S. Krantz, professore di antropologia alla Washington State University, il modo migliore per appurare la vera natura di questo essere è studiarne le impronte, che sono state rinvenute in gran numero.

Queste orme non sono troppo diverse da quelle umane, se si esclude il fatto che vanno dai 40 ai 45 centimetri di lunghezza; inoltre queste orme vengono scoperte in periodi e luoghi diversi, avvalorando la tesi che siano autentiche. Se poi si considera la distanza fra un orma e l’altra, ci si accorge che rimane costante, anche in salita; fatto coerente con la grande forza fisica in genere attribuita al Bigfoot.

 

 

Se si volessero falsificare impronte del genere, il metodo più semplice sarebbe quello di costruire delle piattaforme a forma di grande piede da fissare sotto le scarpe e camminare; ma in genere la distanza fra le orme rinvenute supera il metro, il che rende difficile per un uomo usare questo metodo.

Un’altro sistema sarebbe quello di fissare le pedane sotto dei bastoni, così da imprimere le impronte. Così facendo, però, non si potrebbe evitare di lasciare anche le proprie impronte, specialmente sulla neve fresca.

 

 

Alcuni ricercatori sostengono possa trattarsi di un Gigantopitecus, un’enorme scimmia asiatica antropomorfa che si ritiene ormai estinta; altri sostengono possa trattarsi di un ramo distaccato dello Yeti avvistato in Tibet.

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