I FANTASMI DEL CASTELLO DI EDIMBURGO


Nel Castello di Edimburgo, il più importante e conosciuto della Scozia, non poteva certamente mancare un bel fantasma (e anche più di uno) dalla storia triste.

 

In una notte d’estate di un imprecisato anno di qualche secolo fa, un ragazzo dai capelli rossi e un po’ male in arnese, vestito con un logoro kilt lasciatogli probabilmente dal padre, e con ancora più logore scarpe appartenute forse al nonno, fu scelto per una missione che non sembrava poi così pericolosa.

 

Nel castello era stato da poco scoperto l’accesso a numerosi tunnel, che nessuno sapeva dove conducessero, ma che apparentemente sembravano portare verso Holyrood Palace, la residenza dei sovrani scozzesi (ultima ad abitarvi fu Maria Stuarda) che sorge alla fine della Royal Mile, un susseguirsi di strade in discesa che dal Castello arrivano appunto a Holyrood Palace.

L’accesso ai tunnel era piccolo, ma sufficiente a far passare un ragazzetto non troppo robusto che però sapesse suonare la cornamusa.

Eh sì, perché l’idea era che il suono della zampogna fungesse come una sorta di filo di Arianna etereo, non per ritrovare la strada ma per consentire a chi stava fuori di seguire dall’esterno il percorso sotterraneo della galleria.

 

E difatti la faccenda funzionò per un po’, finché, circa a metà del Royal Mile, più o meno in corrispondenza della chiesa di Tron Kirk, la musica cessò. Qualcuno osò avventurarsi nel tunnel per cercarlo, ma nessuno trovò nulla, letteralmente:

Nessuna traccia del corpo e nemmeno della cornamusa del giovane suonatore

La scomparsa del ragazzo portò alla chiusura dell’accesso al tunnel, e la triste storia potrebbe concludersi qui. Ma non a Edimburgo, dove i fantasmi sono di casa.

Da allora e nel corso dei secoli, c’è chi ha sentito il suono di una solitaria cornamusa provenire dai sotterranei del Castello e lungo la Royal MIle, come fosse il lamento di un’anima innocente che cerca invano di trovare un’uscita dalla sua prigione.

 

 

Ogni anno, ad agosto, nel Castello di Edimburgo si svolge un importante evento musicale/militare, l’Edinburgh Military Tattoo, dove, al termine di tradizionali sfilate e concerti di bande provenienti da tutto il mondo, un ragazzo, da solo al centro della scena, suona una musica triste con la sua cornamusa.

 

Forse le note di quella melodia raggiungono il ragazzo perduto nei meandri del sotterraneo, e forse anche le anime inquiete di tutti coloro che, nel corso dei secoli, hanno perso la vita cercando di difendere o conquistare il Castello.

Perché la fortezza, oltre a essere il luogo più infestato di Edimburgo, è anche il sito che conta i maggior numeri di assedi nella storia della Gran Bretagna. Per ben 23 volte la fortezza dovette resistere agli attacchi dei nemici della corona scozzese.

 

Rappresentazione del Castello alla fine del XVI secolo

 

La storia del sito dove sorge il Castello è lunghissima: i primi insediamenti su Castle Rock, una formazione vulcanica formatasi 350 milioni di anni fa, risale addirittura all’età del ferro, intorno all’850 a.C.

Da allora, probabilmente grazie alla sua straordinaria posizione strategica, il luogo non è più stato abbandonato ed è quindi, probabilmente, l’area abitata continuativamente più antica del paese.

 

Tanto che, già all’inizio della storia documentata del Castello, il luogo era già avvolto nel mito, come sede di un santuario che avrebbe ospitato Morgana, l’incantatrice delle leggende arturiane.

Anche limitandosi alla storia certa del Castello, bisogna andare molto indietro nel tempo, al XII secolo, quando David I lo fece costruire dove già probabilmente sorgeva il “Castello delle fanciulle”, residenza di sua madre, la futura Santa Caterina, morta di dolore a pochi giorni dal decesso del marito, il re Malcolm III.

 

Da allora il Castello, sempre al centro di tutti i conflitti tra Scozia e Inghilterra, si è guadagnato il titolo di “difensore della nazione”, assediato e attaccato per 23 volte, specialmente durante le guerre d’indipendenza tra il 1296 e il 1341. In quegli anni il castello fu quasi completamente distrutto, e a oggi rimane solo la Cappella di Santa Margherita, l’edificio più antico di tutta Edimburgo.

 

Il Castello fu più volte ricostruito e nuovamente assediato, finché Oliver Cromwell riuscì definitivamente a espugnarlo, senza troppa fatica: il governatore della fortezza si arrese dopo soli tre mesi di assedio.

Da allora il Castello è stato usato come sede militare e come prigione di guerra per detenuti politici e militari dalla fine del 1600 fino alla fine della prima guerra mondiale.

Forse a molti di loro, nelle lunghe notti di solitudine, è parso di sentire il malinconico suono di una lontana cornamusa, e chissà se era solo immaginazione?

 

 

 

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