I FANTASMI DI CELLENO

A pochi chilometri da Civita di Bagnoregio, nota anche come la “città che muore”, si trova un bellissimo borgo poco conosciuto chiamato Celleno. Celleno è situato su una scogliera di tufo nella provincia di Viterbo, non lontano da Orvieto. Questo borgo ha molte somiglianze con il più famoso borgo laziale e condivide con esso un destino triste e vicende comuni.

Celleno è stato colpito da epidemie e frane in anni non specificati, subendo un terremoto nel 1931 che lo ha distrutto. A partire dalla fine del 1800, il borgo è stato abbandonato e oggi viene considerato un borgo fantasma. Un nuovo borgo di Celleno è stato ricostruito non lontano negli anni ’30 e attualmente ospita poco meno di 1500 abitanti.

Il borgo abbandonato è ancora un intricato labirinto di vicoli che conducono alle rovine dell’antico castello, dopo aver attraversato la scenografica via del Ponte. Lungo queste strade si trovano piccole case senza intonaco e resti di palazzi in pietra di basalto. Il castello ha attraversato diverse vicissitudini, inclusa la rivalità tra le famiglie dei Guelfi e dei Ghibellini. Nel XV secolo divenne proprietà della famiglia Gatti e successivamente fu un feudo degli Orsini, da cui ancora prende il nome.

Solo la parte più pregevole dal punto di vista architettonico del borgo è stata risparmiata dalla mancanza di manutenzione ed è concentrata intorno a piazza del Comune. Qui si trovano il Castello degli Orsini, la chiesa di San Carlo risalente al XVII secolo, la chiesa di San Donato del 1200 e altri palazzi. Il borgo di Celleno è stato selezionato dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) come uno dei suoi beni e nelle giornate dedicate alle aperture straordinarie vengono organizzate visite guidate dal Gruppo FAI Giovani di Viterbo e dagli Apprendisti Ciceroni del Liceo “Buratti” Unitus.

Gli esperti dell’Epas

Nel marzo 2019, gli esperti dell’Epas (European paranormal activity society) hanno condotto un progetto scientifico-culturale nel paese del Viterbese.

Come hanno operato? I ricercatori hanno posizionato strumenti in grado di rilevare variazioni nei campi elettromagnetici e la presenza di persone o animali. In un certo momento, la telecamera termica tenuta da uno degli esploratori ha registrato un improvviso e ampio calo delle temperature. Allo stesso tempo, il rilevatore di campi elettromagnetici ha emesso segnali sonori. È stata una coincidenza molto particolare, e si sono anche verificate difficoltà tecniche come microfoni malfunzionanti e batterie che si sono scaricate improvvisamente dopo pochi minuti di utilizzo. Un evento simile si è verificato anche vicino alla torre campanile dell’ex chiesa di San Donato, con la presenza di alcune persone locali. Sono episodi singolari e sospetti.

Tuttavia, è importante notare, come afferma il vice-presidente nazionale di Epas, Giuseppe Ferrara, che questi fenomeni potrebbero essere attribuiti alla conformazione geologica del sottosuolo. Certi tipi di rocce possono causare perturbazioni nel campo elettromagnetico dell’area, un effetto del tutto naturale.

Il presidente nazionale di Epas, Massimiliano Maresca, ha dichiarato che alcune delle foto raccolte dai membri del team sono risultate curiose dopo un’analisi forense fotografica condotta da uno studio a Roma. Anche il resto del materiale raccolto, come immagini, video e registrazioni audio, è stato esaminato dal tecnico audio dell’associazione.

Mentre i ricercatori cercavano di approfondire le leggende e i misteri del borgo, il team di Epas ha anche svolto una rivalutazione storico-culturale, creando un vero e proprio documentario pubblicato sui canali social dell’associazione.

Epas è presente in diversi paesi, tra cui Italia, Finlandia, Argentina e Australia. I loro canali su YouTube e Facebook hanno migliaia di follower.

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