I MIRACOLI ESISTONO VERAMENTE ?

La parola miracolo è una parola che fa stare bene. Accende la speranza nei momenti più bui, ci aiuta a portare l’attenzione sull’esito positivo invece che su quello negativo di una situazione. Ci conforta durante le lunghe attese della vita che riguardano la guarigione.

Il miracolo è una prova di Dio, una pratica esclusiva del suo amore onnipotente che fa parte di un piano superiore. Il Signore non vuole viziare i suoi figli ma salvarli; ogni miracolo fa parte del suo piano salvifico.

 

 

Per l’uomo razionale la domanda “i miracoli esistono?” è da secoli per non dire millenni che l’intera umanità si pone questa domanda, partendo da tutte le religioni del mondo, questa domanda è priva di senso, come lo è chiedere prove razionali dell’esistenza di Dio; nessuno può sostenere che un certo evento è miracoloso solo perché non se lo sa spiegare.

 

 

Di fronte a un fatto inspiegabile non si deve gridare ingenuamente subito al miracolo, anche se fra le possibili spiegazioni ci può essere un evento miracoloso. Si deve continuare a indagare…

Da un punto di vista scientifico non è ancora possibile avere delle prove fisiche sull’esistenza dei miracoli, poiché si tratta di fenomeni sovrannaturali, perciò non identificabili al microscopio.

 

 

Solo la diretta esperienza o le storie di vita vissuta possono dirci qualcosa riguardo i miracoli.

Dal punto di vista limitato della nostra mente, quindi, possiamo concludere che questi siano fenomeni che non possiamo propriamente comprendere, ma solo intuirne il funzionamento.

 

 

Molti eventi ritenuti nell’antichità un esempio dell’intervento divino non erano altro che fenomeni naturali. Purtroppo l’uomo contemporaneo si ritiene molto più intelligente dei suoi predecessori e obietterebbe che “a lui non succederà mai di scambiare per miracoli eventi spiegabili in futuro.

 

Un procuratore che ha seguito un caso di omicidio che ha appassionato l’opinione pubblica per la sua efferatezza non ha trovato nulla dopo mesi di indagini, perizie, interrogatori ecc, nella conferenza stampa, prima di gettare la spugna, un’idea brillante:

“Dalle indagini non è emerso nessun chiaro sospetto; d’altro canto si è appurato che la vittima era solita alla fornicazione e all’evasione fiscale. Quindi è del tutto logico ritenere che il colpevole dell’omicidio sia Dio che, con un miracolo, ha voluto colpire un peccatore”.

 

 

 

 

Come funzionano i miracoli?

 

Per intuire come un miracolo possa accadere, bisogna prima di tutto avere chiaro il concetto di base:

 

La realtà esterna é sempre e solo una conseguenza del proprio stato interiore.

 

Questo vuol dire che colui che è totalmente consapevole di sé, potrà generare la realtà che desidera, questo succede anche adesso con la principale differenza che non ne siamo consapevoli, perché persi nelle illusioni mentali ed emotive.

 

 

 

 

Lo scettico scozzese David Hume

 

Lo scozzese David Hume, scettico per natura, pensava di essere in grado di dimostrare che i miracoli non esistono. Ha affermato infatti che dovremmo basare tutte le nostre convinzioni su prove scientifiche, il che è molto sensata come cosa.

Quindi, se nessuno di noi ha vissuto un miracolo, significa che non abbiamo alcuna prova della loro esistenza. Ecco perché Hume ha dichiarato che non dovremmo credere nei miracoli, che dovremmo scordarci della loro esistenza.

 

 

Tuttavia altri filosofi hanno messo in luce una lacuna nel ragionamento di Hume. Solo perché non li abbiamo vissuti, non significa che non possano esserci.

Per esempio, nessuno era mai stato sulla luna prima del 20 luglio 1969, ma questo non significava che nessuno ci sarebbe mai potuto andare. Tutto quello di cui Neil Armstrong, Michael Collins e Edwin Aldrin avevano bisogno era un razzo abbastanza potente da portarli lassù, proprio come tutto quello che serve per un miracolo è un Dio abbastanza potente per farlo accadere.

 

 

Quando prendiamo in considerazione il potere illimitato di Dio, la Bibbia ci fornisce una serie di esempi pratici e quotidiani. Per esempio, nell’Antico Testamento c’era un’anziana coppia, Abramo e Sara.

Per molti versi, Abramo è considerato uno dei più grandi esempi di fede in Dio. Ma Abramo e Sara avevano un problema: avevano provato per anni ad avere un bambino e adesso erano davvero vecchi. Abramo aveva 99 anni e Sara 89, troppo vecchi anche solo per pensare di concepire un bambino! Non restava che sognare e immaginare come sarebbe potuto essere.

 

 

Eppure Dio visitò Abramo e Sara e fece loro questa grande promessa: “Tornerò certamente da te fra un anno; allora Sara, tua moglie, avrà un figlio” (Genesi 18:10). Che promessa assurda! Al solo pensiero, Abramo e Sara scoppiarono a ridere (Genesi 17:15-17; 18:1-12).

Dio ci restò un pochino male, ecco perché chiese ad Abramo “Perché mai ha riso Sara?”; a questa domanda fece seguire una delle domande più importanti al mondo: “Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il Signore?”.

 

Dio restò fedele alla sua promessa. Un anno dopo, Abramo e Sara tenevano in braccio un bambino e ridevano, ma questa volta si trattava di gioia. La promessa era stata esaudita, dopo numerose prove e dimostrazioni.

 

 

Circa 1800 anni più tardi, Dio alzò ancora l’asticella delle difficoltà. Questa volta mandò l’angelo Gabriele a trovare a una giovane donna di nome Maria, che abitava in una cittadina chiamata Nazaret, nella vecchia Palestina.

“Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù”. Certamente ci sembrerà normale che una giovane donna resti incinta; c’era solo un piccolo problemino. Ecco perché chiese all’angelo: “Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?” (Luca 1:30-34).

Gabriele spiegò che Dio aveva un piano: sarebbe rimasta incinta quando lo Spirito Santo sarebbe disceso su di lei. E per rassicurarla e convincerla che non le stava facendo promesse vane, Gabriele fece una delle affermazioni più importanti di sempre: “Nessuna parola di Dio rimarrà inefficace” (Luca 1:37).

 

 

Nove mesi dopo, Maria stava cullando il suo neonato in una mangiatoia, a Betlemme. Ancora una volta era stato fatto quanto detto.

 

 

 

 

Il caso Padre Pio

 

La guarigione di un bambino affetto da meningite fulminante dopo che il frate gli era apparso in sogno. Guarigione che la medicina (scienza) ufficiale non riesce a spiegare.

Se riflettiamo un attimo, i romani consideravano le eclissi nel bel mezzo di una battaglia un intervento divino, non riuscendosi a spiegare il fenomeno. Se ognuno di noi fosse proiettato a duemila anni fa, con le proprie cognizioni di oggi potrebbe facilmente farsi credere un potentissimo mago.

Bastano queste semplici considerazioni per capire che è arbitrario attribuire a un miracolo la nostra ignoranza (è anche un atto di presunzione, come se l’uomo sapesse già tutto!).

 

 

Sono milioni i credenti che si sono rivolti a padre Pio: non si capisce perché uno solo (o pochi) sia guarito. I teologi danno spiegazioni, arrampicandosi sugli specchi, ma esiste anche l’altra possibilità che alcune guarigioni sembrino miracolose semplicemente perché la scienza non ha ancora capito tutti i meccanismi del corpo umano

 

 

 

6 motivi per la quale alcune persone ottengono dei miracoli ed altre no

 

 

Non chiedere miracoli

 

Sembra ovvio, ma molti non ottengono miracoli perché non li chiedono, anche se esistono grazie che otteniamo senza chiederle.

 

Un chiaro esempio è il fatto che il sole sorga ogni mattina:

Il Padrefa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni” (Mt 5,45).

 

Se si vuole un miracolo, bisogna chiederlo. Molte persone perdono tempo lamentandosi, reclamando, ma dimenticano che Dio può tutto, in tutto e in tutti. Usate il tempo che sprecate a reclamare e fatene una preghiera a Colui per il quale nulla è impossibile. Offrite le vostre lacrime nella preghiera. Egli vi ascolterà.

 

 

 

Non avere fede

In verità vi dico: Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà. E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete” (Mt 21, 21-22).

Se stiamo già pregando ma non riusciamo a ottenere il miracolo, può essere che ci manchi la fede.

 

Nella Lettera agli Ebrei esiste un’ottima definizione:

La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza” (Eb 11,1-2). La buona testimonianza è proprio questo intervento divino.

Chiedere un miracolo con fede è avere la certezza che solo Dio è capace di compierlo, perché se dipendesse esclusivamente dagli uomini non accadrebbe nulla.

 

 

 

Non perseverare

 

Siamo della generazione fast food e Internet senza limiti, in cui in ogni momento cerchiamo l’illimitato. Una generazione altamente tecnologica e con grandi facilitazioni. Siamo abituati ad avere tutto subito. La logica divina non è cambiata, non tutto è spontaneo.

 

Quante persone sono guarite da alcune malattie dopo anni in cui la famiglia aveva chiesto un miracolo ?

 

Per capire la logica di Dio, impariamo con Gesù:

Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: “C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi“. E il Signore soggiunse:Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”” (Lc 18,1-8).

 

 

Quando vogliamo qualcosa, del resto, non lottiamo per ottenerlo ? Vale anche nel mondo spirituale. Persistendo nella preghiera prendiamo sempre più coscienza del fatto che Dio è l’unico capace di realizzarlo e la nostra fede cresce.

 

 

Non sapere come chiedere

 

Se nonostante fede e perseveranza il miracolo non è ancora arrivato, è perché state agendo in modo errato. Il miracolo non arriva a partire da una formula o da un ordine, da un rito. Il “come” è un modo di chiedere, e il chiedere è sapere che il miracolo dipende solo da Lui.

Bisogna saper riconoscere totalmente (con la mente, le parole e il cuore) che solo il Signore può concederci il miracolo.

 

 

 

Superare la prova prima che avvenga il miracolo

 

La sofferenza, la tribolazione, la malattia, qualsiasi avversità che si presenta non è volontà di Dio, ma Egli la permette, come ha fatto con Giobbe, perché possiamo crescere con questi eventi della vita. Il ritardo del Signore nell’agire può derivare dal fatto che non riusciamo a imparare da quell’episodio. Egli, come Padre, permette l’avversità perché possiamo crescere nel soprannaturale.

Si nota in modo molto concreto, ad esempio, nella guarigione interiore, quando molti, dopo il perdono concesso a una persona, ottengono l’apertura a una cura fisica o riescono ad avere fede sufficiente per intercedere per una causa impossibile nella propria famiglia.

 

 

 

Non è volontà di Dio che quel miracolo avvenga

 

Quanto è difficile riconoscerlo ma è una verità tremenda. Egli è Amore e vuole il nostro bene. Quello che riteniamo positivo per noi può non essere un bene reale, e Dio lo sa.

 

Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri” (Is 55,8). Dicendo questo, Gesù spiega:Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano” (Mt 7,11).

 

Egli non ci concede e noi non capiamo. Ciò che conta è non agire come bambini capricciosi, ma riconoscere e far maturare la nostra dedizione a Lui, e riconoscere che più importante dei miracoli del Signore è il Signore dei Miracoli, che ha già compiuto il miracolo più grande, ovvero la nostra salvezza attraverso la Sua Passione e Resurrezione, e ci concede il prezioso miracolo dell’Eucaristia in ogni Santa Messa.

 

 

 

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