Le case in pietra del borgo si arrampicano lungo il fianco della collina su cui ancora oggi sorgono i resti dell’antico castello, mentre si sale seguendo le tortuose ed irte viuzze non è raro imbattersi in portali riccamente decorati e in antiche colonne, probabilmente recuperate dai crolli del castello. Molti sono gli edifici in stato di abbandono che permettono di sbirciare all’interno mostrando ancora gli arredi di abitazioni ormai disabitate da molto tempo.
Abbiamo letto che proprio in questo borgo furono rinvenuti i resti di una statua stele, che testimonia l’antica frequentazione dell’area e la presenza di culti pagani. Scavi archeologici hanno rivelato infatti che la zona fu frequentata dai liguri e successivamente dai Romani.
Del castello, non rimane molto: le mura perimetrali difensive, la porta di accesso dal paese, l’edificio ad essa addossato, e una parte di quella che fu trasformata intorno al XIV-XV secolo in palazzo: un porticato elegante, con la volta conservata è la parte più interessante. Il bosco è spoglio e così possiamo esplorare la zona sommitale e ammirare il panorama senza l’intralcio dei rovi e della vegetazione.
Seguendo un sentiero non segnalato che dalla porta d’ingresso porta a fare un semi-giro in torno ai ruderi cerchiamo di arrivare al convento delle clarisse, che con la sua mole ed altezza sovrasta il castello sulla cima della collina di fronte.
Il sentiero scende fino ad un ponte di legno e risale la collina opposta. Purtroppo il convento è ora proprietà privata quindi il bel complesso è inaccessibile (tutti gli accessi sono chiusi) così ci accontentiamo di girarci intono e ritorniamo a Codiponte.
Sulla sponda opposta al borgo, al di là del ponte in pietra si trova la parte moderna del paese e una splendida pieve protoromanica dei Santi Cornelio e Cipriano di Codiponte (prima menzione 793) che si dice fu frequentata dai templari.
La pieve di Codiponte, ha un tetto a capriate lignee decorate cinquecentesche, molto bello, una vasca battesimale ad immersione a pianta esagonale di cui rimangono pochi resti ma le cose più belle da ammirare sono: l’acquasantiera con la croce templare circondata dal serpente che si morde la coda e i capitelli altomedievali.
I repertori figurativi non sono infatti ancora quelli codificati successivamente, le figure ritratte non sono scelte dalle scene bibliche ma sono ancora collegate ai repertori pagani: la sirenetta ritratta con le due code divaricate, l’atleta o uomo itifallico, sono infatti simboli di fertilità, scomparsi dalle successive rappresentazioni ecclesiastiche e chiaramente collegati a culti precedenti. Sembra addirittura che la sirenetta sia collegata al culto longobardo della dea Freya.
Passeggiando a testa in sù osservando i capitelli si è circondati da elementi fitomorfi come margherite a sei petali e foglie di palma, nastri intrecciati, oltre a creature mostruose e bestie non meglio definite.
In un giro perimetrale esterno della chiesa troviamo una porta decorata con strane figure che forse sembrano rappresentazioni di Maya.
Si vocifera infatti che i Templari che secondo alcuni sarebbero stati in America avrebbero scolpito qui la rappresentazione di questi strani uomini incontrati durante il loro viaggio.
Non dimenticate di osservare bene il trittico con la Madonna con il Bambino con a destra i santi Cornelio e Cipriano e a sinistra la raffigurazione del Volto Santo. In basso in una delle tre predelle sarebbe anche rappresentato l’arrivo al porto di Luni del venerato crocifisso ligneo acheropita (cioè non sarebbe stato fatto dall’uomo ma sarebbe apparso da sè) che proprio da questa chiesa sarebbe transitato.
Immagine della Pieve Protoromanica dei SS. Cornelio e Cipriano di Codiponte,
L’edificio si presenta all’esterno con la classica austerità del Medioevo romanico: forme compatte, ottenute sovrapponendo conci squadrati di pietra serena ed arenaria, ritmate soltanto da due singolari contrafforti laterali, dal semplice portale e dalla bifora sovrastante l’architrave.
La pianta, fedele allo schema costruttivo più in voga a quell’epoca, è a croce latina, scandita da tre navate e chiusa da due absidi semicircolari. Accanto al corpo principale si erge la torre campanaria, ricostruita nel 1778.
Il colonnello amico del diavolo
Come arrivare a Codiponte
Codiponte si trova nel comune di Casola in Lunigiana, in provincia di Massa Carrara.
In macchina l’uscita autostradale più comoda è quella di Aulla, da qui si prende la SS 63. Passato l’abitato di Serricciolo si imbocca la SRT 445 fino ad arrivare a Codiponte. La strada prosegue poi verso la Garfagnana e la Lucchesia.
Si può parcheggiare prima del ponte di pietra e poi andare verso il paese. Per raggiungere il castello basta salire verso la cima della collina, ogni tanto ci sono dei piccoli cartelli scritti a mano che indicano la direzione. Mentre salite non tralasciate di fermarmi nella parte più alta del borgo, di cui si intravede un arco di accesso.
Una volta entrati dalla porta principale del castello ed aver deviato per vedere i ruderi del palazzo, tornate sul sentiero che aggira parte della collina e che arriva fino al convento delle clarisse, anche se è chiuso il panorama sul borgo e sul castello merita.
Fonte: irintronauti
“Il mistero della rotta atlantica templare” di Vincenzo Pisciuneri
È stato pubblicato in Internet il PDF “Il mistero della rotta atlantica templare” di Vincenzo Pisciuneri, in cui viene citata la simbologia presente nella Pieve di Codiponte (erroneamente confusa con Capodimonte nel sommario) da me illustrata nel libro “Lunigiana e rotta atlantica dei Templari” e nel corso della dotta trattazione vengono citate tre notizie, importantissime per “far credere” all’arrivo di una simile informazione o attraverso i viaggi marittimi compiuti dai Templari o attraverso documenti presenti nelle antiche biblioteche di Alessandria, Pergamo, Cartagine o attraverso racconti di viaggiatori fenici, al servizio degli Egizi.
La prima di queste informazioni tratta del ritrovamento di ossa di canguri nell’Oasi di Shiwa. La seconda di queste informazioni tratta che nella necropoli di Saqquara, nella tomba del faraone Unas (VI Dinastia) sono rappresentate scene di caccia di diversi animali, e fra questi i canguri. La terza informazione ci trasmette che disegni di canguri sono stati rinvenuti a Tell al-Amarna, la capitale voluta da Akhenaton, poi abbandonata all’epoca successiva del regno di Tutankhamon.
Da ciò sembra potersi dedurre che i Templari che governavano il passaggio dei pellegrini fra la Lunigiana e la Garfagnana, detti nelle pergamene di “Codeponte”(1277) e “de quo de ponte” (1278), fossero a conoscenza dell’esistenza, in una lontana terra, dei canguri, oltre che di altri animali strani, come il rinoceronte ed il cammello, animali presenti anche nella Pieve di Vendaso.
Si noti che questa pieve, esistente in territorio del Comune di Fivizzano così come la Pieve di Codiponte, si trova sull’antica via medioevale che portava al Passo dell’Ospedalaccio, ove esisteva l’Ospitale dei Templari dedicato a san Leonardo. Per quella via ci si immetteva nella Valle del Secchia, denominata in alcune antiche carte come “Valle dei Cavalieri”.
Fonte: templarilunigiana
Il prezioso polittico
Il prezioso polittico, un tempo pala d’altare, rappresenta al centro la Madonna con il Bambino, a sinistra il Volto Santo a destra i santi Cornelio e Cipriano. L’opera datata intorno al XV secolo è stata attribuita dagli studiosi al pittore senese Angelo Puccinelli.
Fonte: tuttatoscana