Una delle leggende che di generazione in generazione è arrivata fino ai giorni nostri vuole che, dopo la decapitazione di uno dei discendenti della famiglia Vacchero, a cui la porta deve il nome, tra la notte del Venerdì Santo e l’alba della Domenica di Pasqua, si possa vedere un carro fantasma trainato da un cavallo spettrale e un cocchiere incappucciato.
Il loro compito sarebbe quello di portare le anime dei condannati a morte o delle persone che hanno subito una morte violenta verso un luogo dove finalmente trovare la pace e la serenità che in vita gli è stata tolta. Il loro tragitto inizia proprio da Porta dei Vacca, percorrendo via delle Fontane a salire per poi concludersi sulle alture della valle di carbonara.
Il carro, trainato da cavalli spettrali e condotto da una figura incappucciata e misteriosa, passa per i caruggi del centro storico, poi esce da Porta dei Vacca, e sale per via delle Fontane, per poi andare a perdersi nella notte sulle alture genovesi.
Le anime perdute, raccolte da questo carro spettrale, si avviano dunque finalmente verso un destino se non di beatitudine almeno di quiete e di eterno riposo. E infatti, dopo il passaggio del carro, si dice che nei caruggi aleggi per qualche momento una strana sensazione di calma e “vuoto”.
Sempre secondo la leggenda, sembra che sopra il carro ci sia un fantasma “famoso”: si tratterebbe proprio dell’anima di un discendente dei Vacchero, Giulio Cesare, condannato a morte per cospirazione contro la Repubblica di Genova.
Fonti: GenovaToday
liguriaoggi