
A Genova la coppia abitò nel Palazzo Brignole ma la donna, molto più giovane del marito, sentendosi trascurata, si dedicò a feste e all’equitazione.
Venne corteggiata da rivoluzionari, artisti e poeti, ma poi, nel marzo del 1800, cadde da cavallo e si deturpò il volto. A lei fu dedicata “A Luigia Pallavicini caduta da cavallo”, ode di Ugo Foscolo.
La giovane, una volta bellissima, rimase gravemente sfigurata e parecchie amicizie superficiali e ammiratori svanirono.
In ogni caso, Luigia, donna affabile, cortese, carismatica e raffinata, ebbe ancora molti amori e un altro marito, prima di morire a 69 anni, e dopo una vecchiaia appartata e solitaria, lontana dal coniuge, spesso in viaggio, e dalla figlia, andata a vivere tra Varese e Borgotaro. Fu sepolta sotto la navata centrale del santuario di San Francesco da Paola, ma la tomba è oggi scomparsa.
Si dice che forse la marchesa avrebbe preferito essere sepolta nella tomba della famiglia Ferrari a Varese Ligure, dove per molti anni fu intravisto il suo fantasma, di notte, sulla strada che porta al cimitero.
Fonte: genovatoday