Maria Luigia Ferrari era una nobildonna nata nel 1772 in un’antica famiglia di Varese Ligure. Dicono che la sua bellezza fosse leggendaria, e, dopo essere stata educata nel collegio di Santa Chiara a Massa, venne data in sposa a 17 anni al marchese Domenico Pallavicini, vedovo, senza figli, patrizio genovese quarantenne dalle finanze disastrose ma dal nome illustre.
A Genova la coppia abitò nel Palazzo Brignole ma la donna, molto più giovane del marito, sentendosi trascurata, si dedicò a feste e all’equitazione.
Venne corteggiata da rivoluzionari, artisti e poeti, ma poi, nel marzo del 1800, cadde da cavallo e si deturpò il volto. A lei fu dedicata “A Luigia Pallavicini caduta da cavallo”, ode di Ugo Foscolo.
La giovane, una volta bellissima, rimase gravemente sfigurata e parecchie amicizie superficiali e ammiratori svanirono.
In ogni caso, Luigia, donna affabile, cortese, carismatica e raffinata, ebbe ancora molti amori e un altro marito, prima di morire a 69 anni, e dopo una vecchiaia appartata e solitaria, lontana dal coniuge, spesso in viaggio, e dalla figlia, andata a vivere tra Varese e Borgotaro. Fu sepolta sotto la navata centrale del santuario di San Francesco da Paola, ma la tomba è oggi scomparsa.
Si dice che forse la marchesa avrebbe preferito essere sepolta nella tomba della famiglia Ferrari a Varese Ligure, dove per molti anni fu intravisto il suo fantasma, di notte, sulla strada che porta al cimitero.
Fonte: genovatoday