Ogni tanto presso la cappella di San Biagio, la tradizione vuole che si sentano nelle fredde notti invernali i lamenti e le grida di orrore delle vittime.
Il castello di Treschietto
Il Castello di Treschietto oggi è ridotto ad un rudere, nei tempi antichi feudali è stato un luogo di scellerate efferatezze.
Giochi altamente perversi e delle bellissime giovani vergini era un binomio decisamente lussurioso, il binomio preferito da Giovan
Gasparo Malaspina, signore di Treschietto e dai suoi compari.
Il Giovan Gasparo era pieno di gioia nel costringere le giovani ragazze del suo borgo ai festini dove perdevano la verginità.
Nei tempi di oggi si dice che le coltivazioni della dolce cipolla autoctona siano state disposte a strapiombo su un crinale intorno al castello del feudatario Malaspina Giovan Gasparo.
Si dice che queste coltivazioni di cipolla riescano a tenere prigioniera la sua anima dannata che ancora ai giorni d’oggi pare si aggiri per i ruderi del castello senza poter mai uscire in alcun modo, questo perché viene rimandata indietro dalla presenza della cipolla, praticamente lo stesso effetto dell’aglio contro i vampiri.