LA LEGGENDA DELLA GROTTA DELLA PILLIRINA

Enzo Maiorca, il siracusano più conosciuto dei nostri tempi per le sue imprese da record nel mondo dell’apnea e scomparso nel 2016, definiva la leggenda della Pillirina come una preghiera laica al mare e alla bellezza di questo luogo.

Una storia che riveste di magia eterea uno dei luoghi più affascinanti del litorale siracusano, la penisola della Maddalena.

 

Nel versante est di quest’ultima si trova un’insenatura naturale con due piccole spiagge e su cui si affaccia un antro bagnato dal mare, detto appunto Pillirina o Punta della Mola, e che affacciandosi sull’isola di Ortigia regala un panorama mozzafiato e tramonti incantevoli.

E proprio questa grotta sarebbe stata il teatro di un dramma d’amore che rivivrebbe ancora oggi nelle notti di plenilunio.

 

 

La leggenda legata alla grotta della Pillirina (termine siciliano che significa “la Pellegrina”) narra che a Siracusa, molto tempo fa, abitava una giovane e bellissima fanciulla soprannominata la Pillirina e ammirata da tutti coloro che s’imbattevano in lei. Stando alla leggenda, apparteneva a una famiglia benestante e un bel giorno si innamorò perdutamente di un marinaio.

Come è facile immaginare, e come spesso accade in tutte le storie romantiche che si tramandano, il loro amore era contrastato dai genitori della ragazza che avrebbero voluto per lei un uomo più facoltoso di un semplice pescatore. Ma la giovane, andando contro il volere della sua famiglia, usava incontrarlo di nascosto in una grotta, situata vicino la sua dimora.

 

Nelle notti di luna piena i due amanti consumavano il loro amore su un tappeto di alghe, trasportate all’intero della grotta dalla corrente del mare.

Ma arrivò un triste giorno, e a causa di una tempesta in mare il marinaio non fu più in grado di presentarsi agli appuntamenti. La giovane donna continuò ad aspettare il suo amato fino alla bonaccia dei giorni successivi, ma la sua pazienza e devozione non furono ricambiate, e l’uomo non fece mai più ritorno su quelle spiagge.

 

 

Distrutta dalla disperazione, la fanciulla decise di togliersi la vita gettandosi in mare e raggiungendo, almeno simbolicamente, l’uomo che aveva tanto amato. Si narra che da allora, e ancora oggi, nelle notti in cui la luna piena illumina il cielo di quel bellissimo tratto di costa, i pescatori al largo della grotta riescono ancora a scorgere il profilo di una donna vestita solo di raggi di luna impegnata in un eterno pellegrinaggio d’amore.

 

Questo luogo è oltremodo simbolico per la città di Siracusa perché ripercorre la sua storia, infatti è da questa insenatura che nel 415 a.C. gli ateniesi attaccarono per la prima volta Siracusa per conquistarla. Nelle campagne antistanti le spiagge, ancora oggi, si trovano i resti delle tombe dei soldati siracusani rimasti uccisi in quella famosa battaglia.

Visibili e visitabili, ci sono anche delle caserme e dei bunker risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Recentemente il luogo è tornato in auge nelle cronache che riguardano la città per una battaglia civile combattuta dai cittadini siracusani per far dichiarare la zona Riserva Naturale, scongiurando così la minaccia che in quel luogo nascesse un resort privato che avrebbe negato l’accesso a questo stupendo tratto di costa ancora incontaminato.

 

Ideale per una gita naturalistica e storica, la Pillirina è anche uno dei luoghi di Siracusa che dona più grande ispirazione dal punto di vista fotografico. Lungo la costa est della penisola della Maddalena, così chiamata per l’esistenza un tempo di una chiesetta dedicata appunto a Maria Maddalena, l’insenatura della Pillirina è uno degli sbocchi dell’area marina protetta del Plemmirio ed è raggiungibile attraverso alcuni sentieri su cui è piacevole fare trekking, partendo dalla località di via Capo Passero.

La leggenda contribuisce sicuramente a rendere ancora più affascinante questo angolo dall’acqua cristallina e dalla natura incontaminata e che è classificata tra le grotte carsiche più famose della Sicilia.

 

 

Fonte: balarm

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