LA STORIA DELLE STREGHE

Gli strumenti usati dalle streghe

Nell’iconografia tradizionale, le streghe sono spesso raffigurate mentre volano su una scopa. Questa tradizione risale a tempi antichi, precedenti all’era cristiana, ed è presente negli atti processuali per stregoneria dei secoli XVI e XVII.

Le streghe sono solitamente ritratte con un mantello nero, anche se non ha una funzione specifica, a differenza del calderone che è invece uno strumento indispensabile per la produzione di incantesimi e malefici.

Le erbe svolgono un ruolo importante nelle pratiche delle streghe. Vengono raccolte durante la fase di luna calante per essere utilizzate nei malefici, mentre durante la luna piena vengono impiegate per riti benefici.

Le candele sono un altro strumento utilizzato dalle streghe durante i sabba. Vengono utilizzate insieme a un cerchio magico tracciato a terra, che serve sia a unificare il potere delle streghe che ad aumentarlo.

Le bottiglie di vetro e gli orci vengono usati per contenere filtri magici, in cui vengono inseriti capelli, pezzi di unghie e stoffa trafitta da spilli.

Si fa anche menzione della “ghirlanda delle streghe”, che consiste in un pezzo di corda a cui vengono attaccate penne di oca, corvo e cornacchia, ed è utilizzata per lanciare il malocchio.

La figura della strega nella Storia

In Egitto, la magia era considerata un dono del dio Ra agli esseri umani, per permetter loro di difendersi dalle situazioni pericolose della vita. Pertanto, la magia aveva un ruolo importante nella religione, nella politica e nella cultura egiziana.

Nell’antica Grecia, venne coniato il termine “mago” derivante dal persiano “magos”. I maghi si occupavano dei sacrifici, dei riti funebri, dell’arte divinatoria e dell’interpretazione dei sogni. Numerosi miti greci sono dedicati alle streghe, come la maga Circe o Medea.

Inizialmente, il termine faceva riferimento a donne che utilizzavano le erbe per scopi curativi. Tuttavia, col passare del tempo, la superstizione ha preso il sopravvento su queste figure di guaritrici. Le streghe si occupavano anche della cura delle persone che non potevano permettersi un medico, utilizzando unguenti, urina, piante, ossa animali e altre sostanze naturali, anche se spesso inefficaci.

Se riuscivano a guarire le persone, venivano considerate come figure sante, ma se fallivano, venivano identificate come esseri crudeli.

Con l’avvento del Cristianesimo, si diffuse l’idea che le streghe fossero adoratrici del demonio e partecipassero ai sabba, riunioni dove evocavano il diavolo. Iniziarono a circolare rappresentazioni di donne streghe, descritte come vampiri che si recavano nelle case di notte per succhiare il sangue dei bambini o rapirli ed ucciderli.

La superstizione popolare associava le streghe a diversi animali, come il gatto, considerato simbolo del diavolo, in quanto si credeva che le streghe avessero il potere di trasformarsi in animali. Non era raro che donne considerate diverse dalla norma, come levatrici, anziane o donne con problemi mentali, diventassero vittime dell’isteria collettiva e venissero perseguitate come streghe.

In sostanza, chiunque si discostasse dal concetto di “normalità” poteva essere identificato come una strega e quindi soggetto a persecuzione.

Malleus Maleficarum

Il Malleus Maleficarum, conosciuto anche come Hexenhammer, è un famoso testo medievale sulla stregoneria scritto nel 1486 dai domenicani e inquisitori della Chiesa Cattolica Heinrich Kramer e Jacob Sprenger. Fu pubblicato in Germania nel 1487 con lo scopo principale di istruire i giudici su come identificare, interrogare e imprigionare le streghe.

Curiosità: È il più famoso dei tre principali trattati pubblicati alla fine del XV secolo sulla questione. Gli altri due sono il Formicarius di Johannes Nider (composto tra il 1436 e il 1437) e il De lamiis et phitonicis mulieribus (Delle streghe e delle indovine) di Ulrich Molitor.

Seconda curiosità: Il Malleus Maleficarum fu presentato alla Facoltà di Teologia dell’Università di Colonia il 9 maggio 1487.

Terza curiosità: Secondo questo testo, erano tre gli elementi necessari per la stregoneria: intenzioni malvagie, l’aiuto del demonio e il permesso di Dio.

Il titolo completo riportato sulla copertina del libro era: Mallevs Maleficarvm in Tres Divisvs Partes, In quibus Concurrentia ad maleficia, Maleficiorum effectus, Remedia aduersus maleficia, Et modus deniq; procedendi, ac puniendi Maleficos abundè continentur, præcipuè autem omnibus Inquisitoribus, et diuini verbi Concionatoribus vtilis, ac necessarius.

L’intero volume è suddiviso in tre sezioni:

Nella prima sezione si parla dell’esistenza del Diavolo e delle relazioni sessuali tra donne e demoni come mezzo per diventare streghe.

Nella seconda sezione vengono discussi casi reali, i poteri delle streghe e i metodi che utilizzano per reclutare adepti. Vengono anche presentati i modi efficaci per contrastarle.

Nell’ultima sezione si spiega come perseguire una strega attraverso una guida dettagliata per condurre un processo, raccogliere accuse, interrogare testimoni e formulare l’imputazione delle accusate.

Curiosità: Il Malleus Maleficarum ha avuto venti edizioni tra il 1487 e il 1520 e sedici edizioni tra il 1574 e il 1669.

I più famosi cacciatori di streghe

  • Jean Bodin: Nato nel 1530 e morto nel 1596, Jean Bodin era un giurista e filosofo politico francese. La sua opera principale sulla persecuzione delle streghe, intitolata De la démonomanie des sorciers, fu pubblicata nel 1580 e conobbe dieci edizioni entro il 1604.
  • Nicholas Remy: Conosciuto anche come Rémy o Remigius, Nicholas Remy era un magistrato francese nato nel 1530 e morto nel 1616, famoso per essere un cacciatore di streghe. Ha scritto molte opere storiche, ma la più famosa è il Daemonolatreiae libri tres, pubblicato nel 1595. Questo libro ha sostituito il Malleus Maleficarum ed è stato considerato il manuale più riconosciuto per la caccia alle streghe in Europa.
  • Peter Binsfield: Conosciuto anche come Petrus Binsfeldius, Peter Binsfield era un vescovo e teologo tedesco nato intorno al 1540 e morto nel 1598 o nel 1603. Acquisì fama come cacciatore di streghe e scrisse l’opera De confessionibus maleficorum et sagarum, tradotta in diverse lingue. In quest’opera sostenne che, anche se molte confessioni erano state estorte con la tortura, bisognava credervi.
  • Henri Boguet: Nato nel 1550 e morto nel 1619, Henri Boguet era un giurista e giudice francese noto per la sua crudeltà durante i processi alle streghe, soprattutto nei confronti dei bambini. La sua opera Discours des Sorciers, pubblicata nel 1602 e ristampata dodici volte, tratta delle sue indagini su una famiglia di licantropi e delle sue osservazioni sulla loro prigionia nel 1584.
  • Pierre de Lancre: Il suo nome completo era Pierre de Rosteguy de Lancre o Pierre de l’Ancre, Signore di De Lancre. Nato nel 1553 e morto nel 1631, Pierre de Lancre era un giudice francese che condusse una intensa caccia alle streghe nel 1609. Ha scritto libri sulla stregoneria, come Tableau de l’Inconstance des mauvais Anges nel 1613 e L’Incredulite et Mescreance du Sortilege nel 1622, in cui parla del Sabba, della licantropia e dei rapporti sessuali durante il Sabba. Durante la sua carriera, ha torturato e bruciato più di 600 uomini e donne.
  • Francesco Maria Guazzo: Conosciuto anche come Guaccio o Guaccius, Francesco Maria Guazzo era un prete che visse tra il XVI e il XVII secolo a Milano. Nel 1608 pubblicò il Compendium Maleficarum (Compendio delle Streghe), in cui parla di formule per partecipare al Sabba e descrive i rapporti sessuali tra le streghe e gli incubi (demoni maschili) e tra gli uomini e le succubi (demoni femminili).
  • Matthew Hopkins: Inglese, Matthew Hopkins iniziò la sua carriera di cacciatore di streghe nel 1644, interrogando Elizabeth Clarke di Manningtree. Condannò a morte tra le 200 e le 400 persone, di cui soltanto nel Suffolk 68.

Le motivazioni della caccia alle streghe

Sono state avanzate diverse ipotesi per spiegare le violente persecuzioni contro le donne accusate di stregoneria. Sebbene l’odio e la paura del popolo abbiano sicuramente giocato un ruolo, il problema risiede nelle motivazioni razionali e profonde che hanno alimentato tali persecuzioni.

Un’ipotesi debole suggerisce che dietro la caccia alle streghe potesse esserci una motivazione economica, ma la maggior parte delle vittime erano persone emarginate, affette da malattie mentali o prive di proprietà. Un altro possibile motivo potrebbe essere di natura politica, legato alla volontà di concentrare il potere.

Tuttavia, è più probabile che il motivo principale risieda nel fatto che nel Quattrocento l’Europa fu profondamente scossa nella sua unità religiosa. Questo potrebbe aver scatenato la caccia al colpevole di tale scisma, identificato con il demonio o con altre religioni. Infatti, dopo lo scisma protestante, emersero numerose sette religiose cristiane che non si conformavano alla Chiesa.

La persecuzione si alimentò anche attraverso rancori personali. Ad esempio, in alcune regioni dell’Inghilterra, la caccia alle streghe si scatenò soprattutto all’interno delle famiglie e nelle relazioni di parentela e vicinato. Si prendevano di mira coloro che venivano considerati responsabili della sfortuna di qualcuno, e solo in parte come adoratori del demonio.

In che periodi si svilluppò la caccia alle streghe ?

La caccia alle streghe si è sviluppata in tre periodi distinti. Il primo va dal 1300 alla metà del 1400, il secondo dal 1435 alla metà del XVI secolo, mentre il terzo inizia nel 1550 e si estende fino al 1650. Un episodio significativo è rappresentato dalla condanna a morte di Anna Goeld, l’ultima donna giustiziata per stregoneria.

Quando cominicia il fenomeno della caccia alle streghe ?

Il fenomeno della caccia alle streghe comincia alla fine del XV secolo in Europa, sotto influsso della religione cristiana cattolica e protestante.

Caccia alle streghe moderna

Nel corso del tempo, la caccia alle streghe ha assunto diverse forme, abbandonando le pire fumanti e cessando le azioni della Santa Inquisizione. Tuttavia, ancora oggi, donne di tutto il mondo continuano a subire violenze o perdere la vita a causa dell’accusa di stregoneria.

In Papua Nuova Guinea, non è raro che le donne, e anche i bambini, vengano torturati e uccisi perché sospettati di pratiche magiche. In queste remote regioni, molti credono nella “saguma”, una forma di stregoneria locale ritenuta responsabile di morti o eventi inspiegabili.

Come denuncia Amnesty International, la gente del luogo crede che l’unico modo per sconfiggere gli eventi negativi sia uccidere coloro che ritenuti responsabili.

Anche in Ghana, le donne vengono uccise e torturate, ma in questo caso l’obiettivo non è eliminare il male, bensì appropriarsi dei poteri che si pensa la vittima possieda. Quali sono i segni che identificano una strega? Ad esempio, la morte di un parente o un conoscente, particolari malattie, difetti fisici congeniti, alcolismo, disturbi mentali, un cattivo raccolto o la perdita di bestiame, insomma, eventi casuali che potrebbero accadere a chiunque.

Situazioni simili si verificano anche in Zambia, Arabia Saudita, Congo, Tanzania e Kenya, dove basta l’opinione di un esperto per imprigionare una persona. In Gambia, secondo Amnesty International, il governo ha causato la morte di migliaia di persone, accusandole di “nuocere” attraverso la magia nera.

In India, le pratiche contro la stregoneria sono estremamente cruente: le donne accusate non solo vengono bruciate o lapidate, ma vengono anche sepolte vive, private dei denti e costrette a mangiare feci.

La grande famiglia delle streghe in Italia

Non possiamo più pensare alle streghe solo in base all’immaginario comune e all’iconografia classica. Le streghe assumono forme diverse e hanno nomi e caratteristiche diverse a seconda delle regioni in cui vivono. Ogni regione italiana ha il suo folklore e attribuisce alle streghe i nomi più vari, creando così una famiglia di creature popolose e variegate.

Ci sono streghe che abitano nei campi, anche se non è chiaro se siano vere streghe o Fate. Queste leggende sono presenti in Calabria e Basilicata, influenzate dalle comunità albanesi. Si dice che rapiscano i bambini dalle culle e li nascondano nei tronchi delle querce. Queste caratteristiche, tuttavia, sono più tipiche delle Fate che delle Streghe.

Alcune tipologie di streghe:

  • Le “Animulari”: sono presenti in Sicilia e sono considerate parte della famiglia delle Streghe. Si dice che abbiano venduto la loro anima al diavolo. Il loro nome potrebbe derivare dal termine dialettale siciliano “anunulu”, che significa arcolaio, poiché si dice che volino di notte girando l’arcolaio. Con unguenti e formule magiche adeguate, possono passare attraverso fessure delle porte e delle finestre.
  • Le “Bàzure”: si trovano nei dintorni di Savona e vengono chiamate anche “streghe marinare”. Si dice che siano in grado di navigare durante le tempeste, che sono anche in grado di scatenare. Possono rovinare il pane nei mulini, il vino nelle botti, rapire i neonati e succhiar loro il sangue.
  • Le “Beate Donnette”: sono popolari nelle province di Trento e Vicenza e talvolta vengono scambiate per Fate. In alcune fiabe non sono considerate streghe o esseri malvagi. Il loro nome può quindi ingannare, come accade per le “Belle Butele” venete.
  • Le “Bele Butele”: appartengono alla tradizione veneta e, come le “Beate Donnette“, hanno un nome che può ingannare gli incauti. Sono donne attraenti quando si mostrano in forma umana, ma la loro vera natura è ben diversa. Hanno zampe caprine o equine, braccia di scimmia e orecchie lunghe. Le “Bele Butele” cercano gli uomini che si ritardano la sera, prima di tornare a casa dopo l’Ave Maria. È a quell’ora che queste creature diventano pericolose. Donne e bambini corrono un pericolo maggiore, perché possono essere prelevati dalle case, se non ci sono uomini, e uccisi.
  • Le “Cogas”: sono streghe della tradizione sarda. Una “coga” è la settima figlia in una famiglia con sette figlie femmine. Si dice che volino su una scopa e succhino il sangue dei neonati. Possono persino trasformarsi in mosche per entrare nelle case. Per proteggersi dalle “Cogas“, basta lasciare un indumento rovesciato nella stanza in cui dorme un bambino. Se sentivi avvicinarsi la strega, che faceva un rumore simile a una caldaia battuta, bastava rovesciare un indumento e la strega sarebbe caduta a terra completamente nuda. Nella provincia di Cagliari, esiste addirittura una festa in suo onore che si tiene ad agosto e dura tre giorni. Esiste anche una versione maschile chiamata “cogus“.
  • le “Genti beate”: Sono nel veronese e sono chiamate anche streghe, ma alcune persone le collegano alle Fate o alle anguane. Si dice che vivano nelle grotte e si riuniscano di notte per le loro riunioni. Cacciano serpenti, uccelli e caprioli di cui si nutrono. Alcuni le considerano anche spiriti che vivono vicino alle sorgenti.
  • Le “Janare”: sono terribili streghe della Campania. Prendono il nome dal monte Ianaro, vicino a Caserta. Sono brutte e hanno lunghe zanne di cinghiale. Indossano un mantello nero macchiato di sangue. Si dice che possano entrare attraverso le fessure delle finestre trasformandosi in vento. Si racconta che rubino asini e cavalli dalle stalle e li riportino all’alba esausti. Il loro nome potrebbe derivare da “Dianare“, che significa sacerdotesse di Diana.
  • Le “Lavandaie”: sono creature che possono essere considerate Fate, fantasmi o streghe, a seconda dei casi. La caratteristica comune di queste creature è l’acqua. Sono donne che si vedono vicino a una sorgente mentre lavano i panni. Fanno in modo che i viandanti incauti le aiutino, costringendoli a strizzare i panni fino a spezzarsi le ossa delle braccia. Le streghe lavandaie possono anche rapire bambini dalle case e maltrattarli sbattendoli contro le rocce come fossero lenzuola. Questa leggenda è particolare all’Istria.
  • le “Madri”: Si trovano nella provincia di Trapani che sono brutte e orribili streghe. Hanno occhi gialli e pupille ovali simili a quelle dei gatti. Possono lanciare malefici e sortilegi e conoscono l’arte della magia. In Calabria, queste streghe sono conosciute come “magare” e “magarat“.
  • Le “Masche”: sono una tribù di streghe attive nel Piemonte, ma ci sono tracce anche in Lombardia e Liguria. Il termine sembra avere origini celtiche. Per proteggersi dai loro malefici e dalle loro fatture, si usavano diversi rimedi come aggiungere alcune gocce d’acqua al latte, mettere sale benedetto nel burro o foglie di ulivo benedette nelle sorgenti.
  • La “Missuia”: è una strega particolare che ha la capacità di trasformarsi in una scrofa. Porta con sé dodici maialini, uno per ogni mese dell’anno. È una strega che si trova in Svizzera, ma può anche comparire in Italia. La sua attività principale è far rumore con i suoi maialini e cantare in coro.
  • Nella provincia di Belluno c’è la “Stria della Diassa”, nota anche come “strega del ghiaccio”. È padrona degli elementi atmosferici invernali e può causare tempeste di neve e valanghe. Nessuno conosce il suo aspetto.
  • Le “Tempestare”: sono streghe che si trovano in tutta Italia e che hanno imparato a controllare il tempo atmosferico. Possono provocare tempeste, grandinate e rovinare i raccolti. Si dice che la bora, il vento tipico di Trieste, sia causata da streghe locali. Nella zona di Brescia, due disastri che hanno distrutto molti alberi sono attribuiti all’azione di queste streghe.
  • La “Vecia barbantana”: viene dal Veneto ed è conosciuta per camminare continuamente nei centri abitati catturando i bambini smarriti e nutrendosene.
  • Le “Zöbia”: sono una tribù di streghe che vive in Lombardia. Il loro nome potrebbe significare “giovedì”, poiché il loro sabba avviene di solito quel giorno. Sono anche chiamate “zöbiane” o “giubbane”.

Infine, c’è la leggenda delle streghe che entrano nelle case attraverso i camini per aspettare di mangiare il risotto tradizionale o per far sparire i vestiti delle donne, trasformandoli in gomitoli di lana, lasciando le donne quasi nude per strada.

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