PSICOLOGIA E FILM HORROR

Quando guardiamo un film, sappiamo che ciò che stiamo vedendo non è reale. Tuttavia, alcune scene sono così realistiche da coinvolgerci emotivamente e farci vivere le esperienze del protagonista.

Il film è una creazione immaginaria, ma le emozioni che proviamo e le reazioni che scaturiscono sono genuine. Questo effetto potente è oggetto di studio nella neonata scienza del neurocinema, che si occupa di analizzare l’influenza dei film sul nostro cervello.

Le scene spaventose attivano direttamente il nostro cervello primitivo. Di solito, quando guardiamo un film, le parti del cervello coinvolte nei movimenti sono disattivate perché non sono necessarie. Tuttavia, alcune scene possono avere un impatto così intenso da farci superare questa disattivazione e reagire fisicamente.

Possiamo sobbalzare sulla sedia o urlare perché la scena ci fa superare l’inibizione emotiva, scatenando i nostri istinti primordiali. Questo significa che il contenuto emotivo è così potente da farci reagire istantaneamente per proteggerci o avvertire gli altri del pericolo. Urlando, avvisiamo le persone intorno a noi o persino i personaggi del film che c’è una minaccia e devono mettersi in salvo. È una reazione istintiva.

Tutto ciò avviene in pochi millisecondi, senza avere il tempo di elaborare ciò che stiamo vedendo o modulare la nostra risposta. Reagiamo in questo modo perché, in quei pochi millisecondi, il nostro cervello non riconosce che si tratta solo di un film e che siamo al sicuro.

Questa reazione non è sorprendente se si considera che il nostro cervello è programmato per assumere che tutto ciò che vediamo sia reale. È difficile comunicare alle parti più primitive del cervello, quelle che vengono attivate in queste situazioni, che ciò che stiamo guardando è solo finzione. Di conseguenza, il nostro corpo reagisce immediatamente.

In alcuni casi isolati, alcune persone hanno sofferto di stress post-traumatico a causa di un film horror, soprattutto nei bambini, per i quali è più difficile distinguere tra realtà e fantasia.

Negli adulti, questo disturbo potrebbe essere causato da un’eccessiva identificazione con i personaggi. Nei film horror, lo spettatore è all’oscuro di ciò che accadrà, proprio come i personaggi, il che rende più facile immedesimarsi in essi. Quando questa identificazione avviene nel cervello, possono formarsi cicatrici emotive profonde, simili a quelle causate da un’esperienza reale. Ma qui non finisce tutto.

Ecco tre cambiamenti che si verificano nel corpo quando si guarda un film horror:

1. Aumento del ritmo cardiaco: Guardare un film horror provoca un aumento del ritmo cardiaco. Uno studio condotto su un gruppo di giovani ha rivelato un incremento di 14 battiti al minuto nella frequenza cardiaca durante la visione di film horror. Si è anche osservato un significativo aumento della pressione sanguigna. Inoltre, sono stati riscontrati un aumento dei globuli bianchi nel sangue e una maggiore concentrazione di ematocrito, come se l’organismo si preparasse a difendersi da una minaccia.

2. Sudorazione: La conduttanza della pelle è un indicatore precoce dell’attivazione emotiva. Quando si prova paura, si inizia a sudare. Uno studio condotto dall’Università di Wollongong ha analizzato la risposta di un gruppo di persone di fronte a film violenti e horror, e ha notato che le persone più empatiche tendono a sudare di più durante la visione di tali film, senza mostrare segni di abituazione.

3. Contrazione dei muscoli: Una volta che il cervello primitivo rileva una minaccia e lancia un segnale di allarme, è difficile interromperlo, specialmente se le scene di orrore si susseguono rapidamente e sono accompagnate da una colonna sonora inquietante. Gli studiosi dell’Università di Amsterdam hanno scoperto che nei film horror la musica genera una “reazione di allarme”, una risposta simultanea della mente e del corpo a uno stimolo improvviso e inaspettato, che porta alla contrazione dei muscoli delle braccia e delle gambe. Questo spiega perché durante la visione di un film horror i muscoli sono costantemente tesi.

Ma perché continuiamo a guardare film horror nonostante questi effetti sul nostro corpo ?

Una teoria è la “Teoria del Trasferimento dell’Eccitazione”, secondo cui i sentimenti negativi che i film horror suscitano intensificano i sentimenti positivi che proviamo quando alla fine l’eroe trionfa. In pratica, ci piacciono questi film perché ci fanno vivere un’esperienza emotiva intensa come salire su una montagna russa.

Un’altra teoria suggerisce che i film horror o violenti ci aiutino a gestire le nostre paure personali. In pratica, questi film potrebbero avere un effetto catartico, aiutandoci a elaborare le nostre paure più profonde e nascoste.

Infine, potrebbe essere semplicemente una curiosità morbosa favorita dal nostro innato bisogno di proteggerci dai pericoli che ci minacciano.

Ecco otto modelli psicologici e sociali che spiegano il desiderio di guardare un film horror in modo comprensibile e chiaro:

1) Psicoanalisi: Secondo Freud, i film horror evocano sensazioni inspiegabili e misteriose, riconducibili a pensieri repressi dall’ego e dalla razionalità. Jung, invece, sostiene che tali film risvegliano immagini primordiali dell’inconscio legate alla paura e ci fanno sentire grandi e forti.

2) Catarsi: La visione di film horror offre una sorta di “lavaggio” spirituale dai pensieri negativi, purgando le emozioni negative senza doverle provare nella realtà.

3) Trasferimento di eccitazione: Gli stimoli forniti dai film horror creano una sensazione di benessere al termine della visione, indipendentemente dall’esito della trama, permettendo al pubblico di rilassarsi e provare un senso di pace e benessere.

4) Curiosità e fascinazione: I film horror stimolano l’interesse e la curiosità degli spettatori, offrendo la possibilità di scoprire cosa succede quando vengono violate le norme sociali e razionali.

5) Ricerca di emozioni: Le persone che desiderano emozioni intense e adrenalina sono attratte dai film horror, che offrono sensazioni più potenti rispetto ai film di azione tradizionali.

6) Correzione caratteriale: Le persone possono godere della violenza nei film horror quando è rivolta a individui considerati meritevoli di punizione, riflettendo sentimenti di giustizia e contraccambio.

7) Ruolo del genere: I film horror possono influenzare la dinamica di coppia, con i ragazzi che mostrano coraggio e sicurezza e le ragazze che cercano protezione.

8) Preoccupazione sociale: I film horror riflettono le preoccupazioni sociali dell’epoca e affrontano tematiche che turbano la società, diventando uno specchio delle ansie collettive.

Questi modelli ci aiutano a comprendere perché i film horror suscitano interesse e attrazione, poiché coinvolgono emozioni, curiosità, bisogno di stimoli intensi e offrono una forma di evasione dalla realtà.

Le parole del celebre ricercatore e psicologo Arthur Westermayr

Secondo il ricercatore Arthur Westermayr, l’essere umano prova piacere nel guardare film horror, nonostante la paura sia storicamente considerata negativa.

La testimonianza della sociologa Margee Kerr

La sociologa Margee Kerr sostiene che il segreto di questo piacere risiede nel senso di controllo che si prova. Quando il cervello sperimenta la paura in un ambiente sicuro, senza un reale pericolo, la reazione fisiologica può diventare divertente, generando un piacere contrastante. Superare una situazione stressante per il cervello porta a una sensazione positiva e a un aumento dell’autostima. Questa combinazione permette al cervello di divertirsi in situazioni che normalmente sarebbero percepite come negative.

Cos’è in realtà la paura ?

La paura è un’emozione che ci avverte di possibili pericoli, stress o situazioni negative. Si attiva a livello fisiologico e comportamentale quando il nostro cervello valuta rapidamente una situazione come minacciosa. Dopo un breve istante, il cervello è già consapevole del tipo di paura che abbiamo provato.

Se il nostro cervello riconosce che la paura deriva da una situazione che abbiamo sotto controllo, può essere piacevole. Questo accade ad esempio quando guardiamo un film horror, andiamo su una giostra in un parco divertimenti o partecipiamo a una festa di Halloween.

Tuttavia, se il nostro cervello associa la paura a una situazione che non possiamo controllare, come la morte di una persona cara o una rapina, non proviamo piacere. Invece, si può scatenare un terrore profondo e incontrollabile che invade la nostra mente e il nostro corpo.

È possibile condizionare una persona a provare una paura specifica?

Secondo uno studio condotto nel 1920 da Rosalie Rayner e John Watson chiamato “Conditioned Emotional Reactions“, la risposta è sì. Tuttavia, condizionare la paura in un’altra persona, soprattutto in un bambino, non è eticamente accettabile.

Da questa ricerca possiamo dedurre che i nostri cervelli possono essere condizionati a provare paura di fronte a uno stimolo che percepiscono come anticipazione di una situazione minacciosa. Questa paura può essere estremamente gratificante per molte persone quando viene sperimentata in una situazione controllata.

Le reazioni psicologiche alla paura

Le reazioni positive o negative alla paura dipendono dalle reazioni psicologiche che avvengono nel nostro cervello. Possiamo interpretare e comprendere questa emozione in base agli stimoli che riceviamo.

Nel nostro cervello, nel lobo temporale, si trova l’amigdala, una struttura che determina se la paura che stiamo provando è piacevole o reale.

Di fronte a una situazione che ci provoca paura, possiamo reagire in vari modi. Potremmo sentirsi inclini a correre, attaccare o scappare. In ogni caso, il nostro corpo risponderà rilasciando adrenalina e aumentando i livelli di cortisolo e zucchero nel sangue.

Ma questa reazione fisica intensa è positiva? In realtà, se ci troviamo in un ambiente controllato e la nostra mente è sicura al cento per cento che non c’è alcun pericolo reale, il nostro corpo percepirà una sensazione di piacere intenso. Possiamo quindi godere di questa sensazione consumando le sostanze rilasciate senza l’interferenza di una minaccia reale.

“La paura è quella piccola camera oscura in cui vengono sviluppati tutti i negativi.” – Michael Pritchard

Ecco le 10 paure causate dai film horror:

1) Mai fare la doccia da soli: Dopo aver visto “Psycho” di Alfred Hitchcock, molti evitano di fare la doccia da soli per paura di un attacco.

2) Attenzione alle telefonate anonime: “The Ring” ha reso le chiamate anonime inquietanti, poiché nel film una telefonata minacciosa segue la visione di una videocassetta maledetta.

3) Niente clown nelle vicinanze: I pagliacci, come mostrato in “Poltergeist” e “Clown”, sono diventati spaventosi e temuti dopo essere stati rappresentati in film horror.

4) Scricchiolii di porte: Un classico effetto utilizzato nei film horror per creare tensione, ma in realtà spesso è causato da eventi normali come il vento.

5) Non guardarsi allo specchio se si ha paura dei demoni: In “Oculus”, lo specchio è il fulcro dell’orrore, creando la paura che il male si rifletta su di noi.

6) Corridoi, scale e scantinati: Gli ambienti comuni nelle case possono diventare spaventosi dopo aver visto film horror che li presentano come luoghi infestati.

7) Paura di guardare sotto al letto: Dopo aver visto “La Madre” e altri film, controllare sotto il letto può diventare un gesto ansioso per paura di trovare creature spaventose.

8) Giocare a nascondino: Film come “The Conjuring” hanno trasformato il gioco innocente in un’esperienza terrificante, in cui l’armadio potrebbe nascondere qualcosa di sinistro.

9) Bambole assassine e malefiche: Film come “Bambola Assassina” e “The Conjuring” hanno alimentato la paura che le bambole possano prendere vita e farci del male.

10) Se il televisore si sfoca, è la fine: “The Ring” ha reso il televisore sfocato spaventoso, creando l’ansia che qualcosa di sinistro possa emergere dallo schermo.

Effetti a lungo termine causati dai film horror

La visione di film horror, specialmente durante l’infanzia, può lasciare immagini e sentimenti di paura nella memoria che possono avere effetti a lungo termine. Allo stesso modo, l’esposizione alle immagini di violenza diffuse nei social media e in TV potrebbe avere gli stessi effetti.

Secondo uno studio dell’Università del Michigan, l’esposizione ripetuta a scene di violenza simili a quelle dei film horror può provocare ansia e paura con possibili conseguenze a lungo termine. I contenuti dei social media sono progettati per catturare l’attenzione dell’utente e suscitare queste emozioni.

I risultati di questo studio si basano su uno studio precedente condotto dall’Università del Wisconsin, che ha confermato che l’esposizione a contenuti violenti, come quelli dei film horror, può avere effetti a lungo termine, causando ansia e paura che persistono nel tempo e interferiscono con le attività quotidiane.

È importante sottolineare che l’età fa la differenza. Gli adolescenti e gli adulti hanno maggiori capacità cognitive per elaborare le scene di violenza in modo logico e razionale. I bambini, invece, utilizzano principalmente strategie comportamentali come coprirsi gli occhi o fuggire, poiché non hanno la stessa capacità degli adulti di comprendere le scene e distinguere tra fantasia e realtà.

Gli effetti dei film horror sulla persistenza di ansia o paura potrebbero essere legati anche a un’esposizione inappropriata o precoce a tali contenuti.

Le scene violente possono essere assimilate in tutto e per tutto a quelle di un film horror ?

Ma le scene violente che vediamo costantemente nei telegiornali e sui social media possono essere considerate equivalenti a quelle di un film horror?

Purtroppo, sotto molti aspetti, questa affermazione può essere vera. Tuttavia, esiste una differenza importante non solo riguardo alla finzione che separa il film dalla realtà, ma anche alla frequenza di esposizione.

Quando guardiamo un film horror, solitamente lo facciamo in modo consapevole, dedicandoci a quest’attività per un periodo di tempo definito. Siamo consapevoli che stiamo assistendo a scene “forti” all’interno di un contesto sicuro.

L’esposizione alle scene proposte dai programmi televisivi e dai siti di informazione sembra molto diversa. Vediamo scene di violenza spesso estreme, ma nella maggior parte dei casi non è una nostra scelta e non è limitata nel tempo.

Questi contenuti ci vengono proposti in momenti imprevisti e casuali durante la giornata, invadendo la nostra vita quotidiana e mettendo a repentaglio il nostro senso di sicurezza. Inoltre, siamo esposti a piccole dosi di queste immagini costantemente. Siamo cronici spettatori di immagini di violenza, morte, attentati… simili a tanti frammenti di un film horror disseminati tra notizie del tutto comuni che abbiamo sempre a portata di mano.

Abituazione o trauma ?

Diversi studi hanno a lungo dimostrato che l’esposizione frequente a scene violente in TV può portare ad un’abituazione, cioè una riduzione graduale delle risposte di allerta e di attenzione del nostro corpo di fronte a tali scenari.

Tuttavia, questo stesso fenomeno potrebbe anche causare un senso di indifferenza e normalizzazione della violenza stessa, rendendo più accettabile o persino imitabile la violenza per chi la sta osservando.

Ci sono molti altri fattori che influenzano gli effetti della violenza nei media sugli spettatori.

Lo studio menzionato suggerisce che alcune immagini possono superare il normale meccanismo di abituazione e lasciare un’impronta emotiva di ansia e paura che influisce sul nostro senso personale di sicurezza.

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