TUTTO QUELLO CHE BISOGNA SAPERE SUL MONDO DELL’URBEX

“Porta via solo fotografie, lascia solo le tue impronte”

il motto degli Urbexer.

L’esplorazione urbana, comunemente conosciuta come urbex, è un’attività affascinante che coinvolge l’esplorazione di luoghi abbandonati o dismessi, come fabbriche, ospedali, scuole e altro ancora. Tuttavia, come in tutte le attività, è importante essere consapevoli della legalità e dei potenziali pericoli associati all’urbex. In questo articolo, esamineremo tutto ciò che devi sapere sull’urbex, se è legale o meno e quali sono i rischi che potresti incontrare lungo il tuo percorso.

Cos’è l’urbex?


L’urbex è una pratica che coinvolge l’esplorazione di luoghi urbani abbandonati o in disuso. Gli urbexers si spostano attraverso queste strutture, cercando di documentare la loro storia e catturare la bellezza decadente che le circonda. L’obiettivo principale è scoprire ciò che si nasconde dietro porte chiuse e restituire vita a luoghi dimenticati.

La legalità dell’urbex


La legalità dell’urbex dipende da diversi fattori, tra cui la giurisdizione locale e le politiche specifiche riguardanti l’accesso a proprietà private o abbandonate. In generale, l’accesso a luoghi privati senza il permesso del proprietario è considerato illegale. Tuttavia, ci sono eccezioni, come quando un luogo è aperto al pubblico o è stato trasformato in un sito turistico. È fondamentale fare una ricerca approfondita sulle leggi e le regolamentazioni locali prima di intraprendere qualsiasi tipo di esplorazione urbana.

I pericoli dell’urbex


L’urbex può essere affascinante, ma non va sottovalutato il fatto che comporta anche dei rischi. Ecco alcuni dei pericoli più comuni associati all’urbex:

  1. Strutture pericolanti: Molti edifici abbandonati sono in uno stato di deterioramento avanzato. Le strutture potrebbero essere instabili e le pareti o il pavimento potrebbero crollare. È fondamentale prestare molta attenzione durante l’esplorazione per evitare incidenti.
  2. Materiali pericolosi: Alcuni luoghi abbandonati possono contenere materiali pericolosi come amianto, muffe, piombo o sostanze chimiche nocive. L’esposizione a questi materiali può causare gravi danni alla salute. Indossare sempre l’abbigliamento protettivo appropriato, come una maschera per il viso e guanti, e limitare l’esposizione il più possibile.
  3. Incontro con persone indesiderate: Mentre molti urbexers esplorano da soli o in piccoli gruppi, è possibile incontrare altre persone durante le tue avventure. Non tutte le persone che frequentano questi luoghi hanno intenzioni positive, quindi è importante essere consapevoli del proprio ambiente e agire in modo sicuro.
  4. Problemi legali: Come accennato in precedenza, l’accesso a proprietà private senza il permesso del proprietario può portare a conseguenze legali. Se sorpresi, potresti affrontare accuse di violazione di proprietà privata o di ingresso illegale. È fondamentale comprendere le leggi locali e rispettarle per evitare qualsiasi problema legale. Anche se sembrerò noioso e preoccupato come un genitore apprensivo, sconsiglio vivamente di esplorare questi luoghi. Se però sentite un irresistibile desiderio di farlo, vi consiglio di informare le autorità competenti se si tratta di edifici pubblici o governativi, o di chiedere il permesso ai proprietari o ai custodi. Anche se potrebbe sembrare esagerato, preferiamo essere allarmisti. In alternativa, potete rivolgervi a associazioni che si occupano di questo tipo di attività. State attenti alle organizzazioni e gruppetti di youtubers che ignorano la questione legale e vi fanno entrare illegalmente in edifici pericolosi e abbandonati.

Il pioniere dell’urbex

Philibert Aspairt, un uomo francese, può essere considerato il precursore dell’Urbex, che è l’esplorazione urbana. Nel 1793, Aspairt è stato il primo a esplorare le Catacombe di Parigi. Purtroppo, la sua avventura non è andata bene: è rimasto intrappolato e non è riuscito a trovare un’uscita fino a quando, quindici anni dopo, i suoi resti sono stati scoperti tra i complessi labirinti delle tombe. Nonostante questo tragico evento, l’Urbex è diventata una pratica sempre più popolare e i suoi appassionati sono sempre di più.

L’intervista ad Alessandro Tesei da parte di Vice

Innanzitutto, cosa rende affascinanti le rovine?

Alessandro Tesei: Le rovine e i luoghi abbandonati raccontano molto sull’umanità. Una costruzione appena completata sembra perfetta nella sua forma, mentre le rovine rivelano la falsità del progetto architettonico, mostrando come le diverse parti non siano mai state in armonia, svelando la volontà di disgregazione.

È una riflessione su ciò che caratterizza l’uomo: l’impressione di essere immortale e la volontà di accumulare e ottenere potere. Visitare palazzi nobiliari, appartenuti a famiglie potenti che ora sono in rovina insieme ai loro enormi patrimoni, porta a riflettere sull’esistenza.

Come trovate i luoghi da visitare?

Usiamo molto Google Maps, un servizio di mappe online che ci permette di cercare segni di abbandono dall’alto, come vegetazione incolta o tetti crollati. Alcuni si affidano anche agli annunci immobiliari, ma personalmente non ci piace questa pratica.

Spesso ci muoviamo a caso: scegliamo un paese, parliamo con gli abitanti in un bar, prendiamo un caffè e scopriamo i luoghi in questo modo. Per noi, l’esplorazione urbana fa parte integrante dell’esplorazione del territorio e ha lo stesso valore del turismo enogastronomico e naturalistico.

Quando trovate un nuovo posto, diffondete l’indirizzo o lo tenete segreto?

Di solito lo teniamo segreto per diversi motivi. In primo luogo, per gelosia, perché gli appassionati di urbex sono molto gelosi dei luoghi che scoprono, quindi condividiamo le informazioni solo con amici stretti e persone di fiducia. Inoltre, vogliamo evitare che vandali e persone senza scrupoli danneggino o depredino il luogo.

Vi è mai capitato di essere scoperti dalla polizia? Cosa succede in quei casi?

Capita spesso, ma non è sempre una cosa negativa. A volte, grazie all’intervento delle forze dell’ordine, riusciamo a risalire più rapidamente e accuratamente ai proprietari e alla storia di un luogo. Le denunce sono rare: nel 90% dei casi, basta spiegare le motivazioni che ci spingono a praticare questa passione e si evitano problemi.

Nella mia esperienza, la polizia si è quasi sempre dimostrata comprensiva. Naturalmente, bisogna seguire alcune regole fondamentali per evitare problemi legali: esplorare solo di giorno, lasciare un biglietto con il proprio numero di telefono sul cruscotto dell’auto, entrare senza violenza e cercare di non toccare nulla all’interno del luogo.

Capita mai di dover forzare una porta per entrare in un posto?

Conosco persone che non supererebbero nemmeno una staccionata e altre che entrano a ogni costo, anche danneggiando pesantemente porte e finestre. Nel nostro gruppo, “Ascosi Lasciti”, ci sono sia appassionati più timidi che quelli più avventurosi.

Molti esploratori non forzano mai l’ingresso, preferiscono aspettare che qualcun altro lo faccia, talvolta anche per anni, e poi entrano. Personalmente, trovo questa situazione ipocrita: nessun luogo abbandonato sarebbe visitabile se qualcuno prima non avesse aperto la strada.

Avete mai avuto incidenti? Molti edifici abbandonati sono pericolosi e si entra a proprio rischio e pericolo.

In un’occasione a Malta, ho rischiato di cadere da un pavimento crollato in una villa, una caduta di quasi quattro metri. Ma i crolli non sono l’unico pericolo: si possono incontrare persone poco amichevoli che vivono all’interno, c’è il rischio batteriologico dovuto alla presenza di carcasse di piccioni morti e il rischio chimico causato da agenti tossici spesso presenti nelle aree industriali abbandonate.

Naturalmente, chi pratica l’urbex è consapevole dei rischi e cerca di proteggersi, per quanto possibile, utilizzando l’attrezzatura e l’abbigliamento adeguati.

Quanto è diffusa l’urbex in Italia?

Ormai, anche in Italia, l’urbex sta diventando un fenomeno di moda, sebbene sia iniziato come un movimento di nicchia. Ciò ha sia aspetti positivi che negativi. Molti giovani che si avvicinano a questa passione diventano blogger o youtuber e danno molta importanza a se stessi e poco al luogo che stanno visitando.

Tuttavia, tutta questa attenzione serve anche a coloro che sono legati allo spirito di documentazione e ricerca territoriale, perché contribuisce a far conoscere un hobby spesso mal visto.

Esiste un “turismo urbex”? Gli urbexer stranieri vengono in Italia per visitare luoghi abbandonati, ad esempio?

Certamente, l’Italia è considerata la Mecca dei luoghi abbandonati. Siamo ricchi di bellezze decadenti, principalmente ville nobiliari e strutture religiose come chiese e conventi. Arrivano turisti dall’estero, tedeschi, belgi, inglesi e olandesi, e soprattutto visitano il nord Italia per la vicinanza geografica. Anche se le nuove scoperte e i luoghi più ricercati si trovano nel centro o nel sud.

Credi che grazie al lavoro fotografico degli urbexer si possa arrivare un giorno a una mappatura dei luoghi fantasma?

Una mappatura completa è impossibile: i luoghi abbandonati sono molto più numerosi di quanto si possa pensare. Ci sono diverse categorie: palazzi nobiliari (che sono tra i luoghi più comuni e ricercati), hotel, discoteche, chiese, conventi, fabbriche, negozi, teatri, terme, aree militari e borghi fantasma.

Tuttavia, potremmo iniziare a sensibilizzare il pubblico e le istituzioni sull’immensa eredità in rovina, rendendo alcuni luoghi accessibili al pubblico. Un esempio, anche se non del tutto esemplare, è quello dell’Ucraina: la città abbandonata di Prypiat, evacuata dopo l’incidente di Chernobyl, è diventata un’attrazione turistica legale e accoglie oltre 20.000 visitatori ogni anno, in costante aumento. Anche a Berlino, alcune strutture abbandonate sono gestite da associazioni che si occupano della manutenzione in cambio di visite a pagamento.

Esistono gruppi di urbexer che organizzano visite a luoghi abbandonati?

Sì, ad esempio, c’è il gruppo “I Luoghi dell’Abbandono” di Vicenza. Organizzano un programma denso di visite al manicomio di Volterra e ora stanno iniziando a lavorare anche su quello di Rovigo. Tuttavia, ci sono molte difficoltà legate alla sicurezza delle strutture, alle problematiche assicurative e alla volontà dei proprietari di concedere l’accesso.

Conclusioni


L’urbex è un’attività che offre l’opportunità di esplorare luoghi abbandonati, scoprire la loro storia e catturare immagini uniche. Tuttavia, è importante ricordare che l’urbex può comportare rischi significativi, tra cui strutture pericolanti, materiali nocivi e potenziali problemi legali. Prima di intraprendere qualsiasi esplorazione, assicurati di conoscere le leggi locali e prendere le precauzioni necessarie per garantire la tua sicurezza e rispettare i diritti degli altri. L’urbex può essere un’esperienza emozionante se viene affrontato con responsabilità e consapevolezza.

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