LA MALEDIZIONE DI TUTANKHAMON

La storia di Tutankhamon 

Tutankhamon nasce ad Amarna nel 1341 a.C. e viene ricordato dagli storici come il faraone bambino. Successore del faraone Ekhnaton, fu il dodicesimo sovrano della XVIII dinastia del Nuovo Regno egizio e governò dal 1333 a.C. al 1323 a.C.

 

Il suo nome originale, Tutankhaton, che vuol dire «immagine vivente di Aton», si richiamava al culto di Aton, divinità solare dell’antico Egitto.

Aton fu venerato con forza dal faraone Ekhnaton, che impose di adorare questo unico dio al posto delle tante divinità che l’Egitto aveva avuto sino ad allora.


Quando il giovane Tutankhaton divenne faraone ripristinò il culto di tutte le altre divinità egizie e in particolare di Amon, in modo da ottenere l’appoggio dei sacerdoti che lo veneravano, e cambiò il proprio nome in Tutankhamon, che significa «immagine vivente di Amon».

 

Il regno di Tutankhamon fu estremamente breve: malato fin dall’infanzia, morì a Menfi nel 1323 a.C. prima di aver compiuto 20 anni e senza aver lasciato un erede al trono.

Anche se governò, secondo quanto riportato dallo storico antico Manetone, solo per 9 anni ricordiamo il regno di questo faraone perché:

  • Sposò, come da tradizione per i faraoni egizi, la sorellastra Ankhesanamon «vive per Amon», anche lei costretta a cambiare il suo nome originario che era Ankhesenpaaton «vive per Aton».

 

  • Riportò la capitale dell’Egitto da Amarna, città fatta costruire da Ekhnaton, a Tebe.

 

  • Fece creare la Stele della restaurazione, una grande pietra piatta in cui venne inciso il racconto di come fu ristabilito il culto del dio Amon e in cui veniva raffigurato Tutankhamon che venerava questa divinità.

 

Eppure questo faraone deve la sua fama più alla sua morte che alla sua vita.

 

 

 

All’interno della tomba di Tutankhamon furono ritrovati il sarcofago d’oro massiccio del faraone e circa 5.398 oggetti preziosi di altissimo valore economico e storico che ci mostrano quali fossero gli arredi e gli utensili usati quotidianamente in Egitto tra cui:

  • Statuette di divinità
  • Mobili
  • Gioielli
  • Modellini di imbarcazioni

Nel suo viaggio verso l’Aldilà, Tutankhamon non fu lasciato solo: nella sua tomba furono trovate altre tre mummie appartenenti forse alle due figlie del faraone e alla moglie Ankhesenamon.

 

 

Tutto l’inestimabile tesoro e i resti rinvenuti nella tomba di Tutankhamon sono oggi conservati al Museo Egizio del Cairo, capitale d’Egitto e sono oggetto di studi da parte di numerosi scienziati. Recenti analisi sulla mummia di Tutankhamon hanno permesso di ricostruire il suo volto, che è simile a quello raffigurato sulla maschera mortuaria ritrovata nella tomba.

Grazie a una tac sulla mummia è stata accertata la causa del suo decesso: Tutankhamon morì di morte naturale, non venne ucciso, come in passato alcuni studiosi avevano sospettato.

 

Quando nasce la leggenda della maledizione ?

La leggenda della maledizione nacque con la morte del canarino che Howard Carter aveva portato con sé in dall’Inghilterra; l’uccellino venne sbranato da un cobra (animale comunissimo in Egitto!), simbolo di protezione per i faraoni, il giorno dell’apertura della tomba.

Rivestire questo episodio di un significato simbolico e nefasto fu la cosa più semplice del mondo per Arthur Weigall; egittologo e giornalista britannico corrispondente da Luxor del Daily Mail, in aperto contrasto con la decisione di Carter e Carnarvon di monopolizzare la storia a favore del Times.

Questo fatto banale, probabilmente mai accaduto, riportato però da uno studioso sul campo, diede credibilità alle tesi di eventi sovrannaturali.

 

 

La morte di Lord Carnarvon

 

Il 5 aprile 1923, a causa di setticemia e polmonite provocate da complicazioni a seguito di una puntura di zanzara sulla guancia sinistra, morì Lord Carnarvon, che versava già da anni in precarie condizioni di salute. I giornali non aspettavano altro: titoli sensazionalistici esplosero ovunque.

Anche Arthur Conan Doyle, scrittore di storie fantastiche ed inventore di Sherlock Holmes, accanito sostenitore dello spiritismo, in una intervista al Times, riferì che la scomparsa del Conte era da attribuirsi ad una maledizione o a qualche spirito protettivo invocato dagli antichi sacerdoti egizi.

 

 

Fatti sempre più incredibili comparvero tra le colonne dei quotidiani: improvvisi blackout al Cairo (cosa frequentissima per l’epoca); una macchia scura comparsa sulla guancia della mummia di Tutankhamon nello stesso punto in cui era stato punto Carnarvon (non esiste nessuna macchia); il cane del conte che muore in Inghilterra nello stesso momento del suo padrone (esistono incongruenze enormi nelle varie versioni riportate dai parenti).

I giornali arrivarono ad un inventare di un’iscrizione, ignorata da Carter, su una delle porte sigillate del sepolcro : “La morte verrà su agili ali per colui che profanerà la tomba del Faraone”. Nessun testo del genere è mai stato presente nella tomba, basta osservare le foto del ritrovamento fatte da Harry Burton.

 

 

Come è nata questa storia ? 

 

Questa storia nacque come una grande trovata pubblicitaria. Il 9 gennaio 1923, per 5000 sterline e il 75% dei proventi sulle vendite mondiali degli articoli, Carter e Carnarvon avevano ceduto i diritti esclusivi sulla divulgazione della loro scoperta al Times di Londra, tagliando fuori tutti gli altri mezzi di informazione.

Questo portò ad una situazione paradossale in cui i giornali erano costretti a riportare notizie solo di seconda mano; e lo stesso governo egiziano poteva seguire l’evoluzione dei lavori solo attraverso quotidiani stranieri. Iniziò una enorme campagna denigratoria nei confronti della scoperta.

 

 

Le morti improvvise dal 1923 al 1935

 

L’attenzione del pubblico si concentrò soprattutto sulle morti improvvise e misteriose: dal 1923 al 1935 più di venti decessi legati alla maledizione comparvero negli articoli di giornale; tra questi anche persone mai entrate in contatto con la tomba, ad esempio la moglie del conte di Carnarvon.

Interpretazioni sovrannaturali e fantasiose di trapassi del tutto normali, invenzioni di personaggi mai esistiti e addirittura decessi di persone vive all’epoca dei fatti. (Tra queste il chimico Lucas e l’anatomista Derry che avevano partecipato all’autopsia sulla mummia di Tutankhamon). Howard Carter morì nel 1939 a 65 anni; Lady Evelin Herbert, figlia di Lord Carnarvon, una delle prime persone ad entrare nella tomba, morì nel 1980; il capo della sicurezza Richard Adamson nel 1982. Tutti molto lontani dalla data della scoperta.

 

 

Il ricercatore Mark Nelson

 

Nel 2002 sul British Medical Journal il ricercatore australiano Mark Nelson pubblicò un articolo per dimostrare scientificamente l’inesattezza della maledizione; prendendo in esame i 44 europei presenti ufficialmente in Egitto all’epoca della scoperta, li divise in due gruppi: 25 “esposti ” alla maledizione perché presenti fisicamente al momento della scoperta o all’apertura del sarcofago o all’autopsia della mummia; e 19 semplici accompagnatori mai entrati in contatto con la tomba.

L’età media della morte supera i 70 anni e il tempo medio dall’ “esposizione” al decesso è di più di 20 anni.

Eventi inventati ad arte, clamorose supposizioni sovrannaturali, semplici coincidenze hanno creato una delle leggende più dure a morire che riguardano il mondo dell’archeologia dell’antico Egitto.

 

 

Fonti:  archeoares

studenti.it

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