LA VERA STORIA DI VALAK

Valak non è affatto una suora come si vede nello spin off di The Conjuring chiamato The Nun (non c’è infatti nessuna tradizione che abbia ritratto il demone con queste fattezze).

Piuttosto, è raffigurato come una creatura simile a un cherubino, più precisamente a un ragazzo con ali d’angelo che cavalca un drago a due teste.

Il suo sguardo docile potrebbe ingannare circa la sua vera natura: si tratta infatti di un’entità feroce, e il fatto che cavalchi una potente creatura mitologica come un drago è indice di quanto sia malvagia. A seconda dei libri che si osservano, il suo nome può anche essere trovato scritto come Valac, Volac, Valu, Ualac, Volach e persino Coolor e Doolas.

 

 

La maggior parte dei libri di demonologia si riferisce al demone come “President Valak”, il che gli dà una certa autorità. Nella Piccola Chiave di Salomone, uno dei più famosi di questi tomi, è indicato come “Grand President of Hell” (il Gran Presidente dell’Inferno).

 

Secondo il testo, governerebbe su intere legioni di demoni: per essere più precisi su ben 38 legioni, e pare possa anche localizzare, evocare e controllare i serpenti – ecco perché nella saga di The Conjuring ha l’appellativo di Profanatore Marchese dei Serpenti.

 

Evocando Valak si potrebbe incorrere in un grandissimo pericolo, ma non è detto che il demone risponda alla chiamata. Si dice infatti che sia molto esigente e che non ritenga tutti meritevoli della sua presenza. Qualcosa che si addice molto a un vero Lord.

 

 

Ma, in termini di casi in cui Valak potrebbe aver avuto interazioni con gli umani, non ci sono argomenti a sostegno. Sembra sia rimasto nei grimori fino al decollo del franchise di The Conjuring, perché non ci sono testimonianze di possessioni accertate.

Difficile però non chiedersi se il franchise cinematografico possa spingere gli esaltati a invocare il demone.

 

 

 

Da dove salta fuori l’idea di una suora?

 

James Wan è consapevole di aver completamente cambiato la rappresentazione di Valak rendendolo una suora. Sentì Lorraine Warren parlare di quando un’entità malevola, che percepiva come un vortice di oscurità, la stesse seguendo, e si rese conto che avrebbe dovuto utilizzare la CGI se avesse voluto essere fedele alla storia. Il regista così ha affermato:

 

Ricordo di aver assistito al racconto e il mio primo pensiero fu “Oh cavolo, sarà un personaggio in CGI, non volevo farlo”. Così, mi ci è voluto un po’ per consolidare nella mia testa cosa fosse questa visione. E alla fine l’idea è venuta fuori in modo molto naturale: essendo un’entità demoniaca che la perseguita, che la attacca, volevo qualcosa che minasse alla sua fede. Qualcosa che mettesse in pericolo l’incolumità di suo marito. E quindi in questo modo si è cementata nella mia testa l’idea di un’immagine religiosa.

 

 

 

Il monastero di The Nun esiste davvero?

 

Lo spin-off dedicato al demone suora si svolge nel monastero di Cârța, in Romania, un posto che esiste realmente. Si trova in Transilvania, nel sud del paese, e si dice sia infestato dai fantasmi (è noto come “The Haunted Abbey”).

Si tratta di un’abbazia cistercense, con la piantina a forma di croce, costruita nel 1200: fu gravemente danneggiata a causa dell’invasione mongola nel 1241 e da allora venne restaurata numerose volte.

 

Il monastero non è più in uso dal 1500, ciò significa che non avrebbe ospitato già più nessuno quando avevano luogo gli eventi narrati in The Nun. Oggi è rimasto in piedi solo l’edificio della chiesa, divenuta evangelica luterana.

Per quanto riguarda la “vera” intestazione del monastero di Cârța, pare siano state segnalate vibrazioni delle mura e spostamenti di sedie.

 

 

Qualcuno ha addirittura dichiarato di aver assistito ad apparizioni di monaci con vesti bianche: quello dei cistercensi, infatti, era un ordine di monaci con sài biancastri, la cui giornata era scandita dal duro lavoro e la cui aspettativa di vita era di circa quarant’anni.

 

 

Secondo i racconti, digiunavano da mattina a sera e si svegliavano ogni giorno alle 3:00. Oggi i monaci giacciono nella proprietà, sepolti insieme ai soldati della Prima Guerra Mondiale.

 

Che le apparizioni siano semplicemente fantasmi dei frati? Come già detto, non ci sono prove di entità demoniache nell’abbazia. Qualsiasi cosa ci sia, dovrebbe essere innocente e benevola.

 

 

Anche i monaci temevano l’invasione straniera, quindi si presume abbiano scavato un tunnel dal monastero al fiume Olt, dove ormeggiavano le barche. Si dice anche che fu Mattia Corvino, re d’Ungheria, a ordinare ai monaci di lasciare Cârța nel 1474, bandendoli.

Questo perché Cârța stava diventando un ricco avversario per i sassoni, che controllavano il commercio della Transilvania.

 

 

Gli archeologi trovarono qualcosa di interessante durante gli scavi nell’abbazia: i resti di due individui anormalmente alti per i canoni dell’epoca (centinaia di anni fa le persone erano generalmente più basse di oggi).

A quei tempi, non era raro che persone con disabilità e anomalie venissero spedite ai monasteri per vivere lontane dalla comunità, non essendo viste di buon occhio.

 

 

Fonti:

nospoiler

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