LE LEGGENDE DEL LAGO DI BRAIES

Il lago di Braies è uno dei laghi più belli delle Dolomiti, situato a 1496 metri di altitudine. Anche se è molto affollato in alta stagione, vale la pena visitarlo nei mesi autunnali e primaverili. Viene spesso definito la “Perla dei laghi alpini“.

Esiste una leggenda riguardo a questo luogo. Si dice che una tribù pacifica di uomini e donne bellissimi viveva tra le montagne sopra il lago e custodiva oro e pietre preziose che venivano usate non per il loro valore, ma per la forza e l’energia che davano ai loro cuori. Un giorno dei pastori arrivarono nella valle e furono accolti dai selvaggi con monili e oro in segno di benvenuto.

I pastori, però, videro tutto quel luccichio e diventarono avidi, desiderando sempre più gioielli e oro. Iniziarono a rubare i tesori dei selvaggi, ma quando questi si difesero, crearono un lago per separare i due gruppi e nascosero i loro tesori nelle sorgenti che lo alimentavano. L’acqua che scorreva attraverso le pietre preziose diede al lago il colore splendente che possiamo vedere oggi.

Il gigante Haunold

L’Haunold, anche chiamato Rocca dei Baranci, è la montagna più alta del Gruppo Rondoi-Baranci vicino a San Candido nelle Dolomiti di Sesto. È famosa per la leggenda del Gigante Haunold, figlio di un capitano romano che bevve da una fonte miracolosa e crebbe fino a diventare un gigante.

Durante la costruzione della Chiesa Collegiata di San Candido, la popolazione locale chiese aiuto al gigante per trascinare i pesanti blocchi di pietra. In cambio, il gigante richiedeva ogni giorno un vitello, tre stai di fagioli e una botte di vino, sia durante che dopo la costruzione della chiesa.

Tuttavia, gli abitanti di San Candido non riuscivano più a soddisfare le esigenze alimentari del gigante, e decisero di costruire una trappola per catturarlo. Il gigante cadde nella buca e morì.

Nonostante la sua morte, il gigante continua a vivere in spirito sull’Haunold, la montagna che porta il suo nome. Inoltre, una costola che si diceva appartenesse al gigante è stata appesa nel vestibolo della Chiesa Collegiata di San Candido come ricordo del suo aiuto durante la costruzione. Tuttavia, la scienza ha dimostrato che si trattava di un osso appartenente ad un animale preistorico.

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