IL FANTASMA DI ABUFINA

Il Castello di Grottole, situato nel comune omonimo della provincia di Matera, è associato alla leggenda di Abufina e Selepino, i quali si dicono abbiano vissuto un amore tragico. Si racconta che, durante i mesi di aprile e giugno, il fantasma di Abufina si mostri da una finestra del torrione.

Le prime notizie storiche sul Castello di Grottole risalgono al 1154, quando un geografo arabo, incaricato di descrivere i paesi della Basilicata, afferma che il castello fu costruito nel 604 d.C. dai Longobardi di Benevento. Un’altra fonte sostiene che il duca Sichinulfo lo eresse nel 851.

Nel XVIII secolo, Pietrantonio Sanseverino, signore di Grottole e principe di Chiaromonte, avrebbe adattato una sala del castello a teatro, ospitando compagnie di artisti itineranti.

A breve distanza dal castello, un tempo c’erano delle prigioni, successivamente trasformate in abitazioni. Il castello si trova su una collina, non lontano dal centro abitato, nella Contrada della Motta. Al suo interno, conserva un camino prestigioso, affreschi alle pareti e un forno a legna ormai in rovina, utilizzato per la cottura del pane.

Giungendo al Castello di Grottole, l’attenzione viene immediatamente catturata dalla finestra aperta del torrione. Si può solo immaginare l’emozione di vedere l’inaspettato spettacolo del presunto fantasma di Abufina affacciato da quella finestra che si affaccia sul paese.

La storia di Abufina

Questa è la storia di Abufina, una giovane bionda e bellissima, ma sfortunata. Figlia del signore del feudo, si innamorò perdutamente di Selepino, il figlio di un mugnaio povero. Quando il fratello di Abufina scoprì il loro legame, mandò via Selepino a combattere lontano.

Mentre Abufina stava ricamando alla finestra, un messaggio da Selepino le giunse tramite un messaggero a cavallo. Diceva:

“Vieni da me, Abufina. Uccido i nemici, ma l’amore mi uccide. Torna con me al Castello di Grottole. Fa presto!”

La giovane partì veloce verso il suo amato, ma al fiume Basento il cavallo inciampò sulle pietre scivolose, facendola cadere in acqua, dove annegò.

Dopo la tragedia, il padre di Abufina fece erigere una lapide in suo onore con la scritta:

“Ad Abufina, la bella, che corse e trovò dolce morte d’amore. Che questa torre, tua dimora, parli sempre di te alle genti. Ogni amante ti saluti e tenga l’amata stretta al suo cuore…”

La leggenda racconta che ancora oggi il fiume Basento, ritenuto colpevole per l’incidente, sussurra il nome di Abufina.

Il fantasma della ragazza si dice appaia nelle notti di luna piena, affacciandosi dalla finestra aperta sul paese. La sua figura è stata avvistata più volte dagli abitanti di Grottole.

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