PREMESSA: Questo articolo non vuole essere provocatorio o anti-religioso.
COSA RACCONTA LUCA ?
Come racconta Luca, ad alcuni pastori comparvero degli angeli che annunciarono loro la nascita del Salvatore.
I pastori dissero: “Dobbiamo assolutamente andare a Betlemme a vedere quello che è accaduto e che Geova ci ha fatto sapere” (Luca 2:15).
Partirono immediatamente e trovano il bambino appena nato, il piccolo Gesù, proprio nel luogo che era stato loro indicato, a Betlemme. Il fatto che i pastori, con le loro greggi al pascolo, abbiano trascorso diverse notti all’aperto è già un elemento importante: in quel periodo, nella zona intorno a Betlemme, piove molto e fa freddo.
Inoltre, non dimentichiamolo, Maria e Giuseppe non si trovavano nella loro Nazareth al momento della nascita del piccolo, perché era stato indetto un censimento, ed è improbabile che l’imperatore romano abbia chiesto a un popolo già incline alla ribellione di viaggiare per giorni in pieno inverno per farsi registrare da un censore.
Verosimilmente, anche in base alle date dei censimenti ufficiali di quell’epoca, è probabile che Gesù sia nato in ottobre, quando il clima è più mite.
CHI ERANO I SOVRANI CHE REGNARONO DURANTE LA VITA DI GESÙ ?
I due sovrani che regnarono durante la vita di Gesù furono Erode il Grande ed Erode Antipa e proprio per questo storici e biblisti concordano ormai nel ritenere errata la tradizionale data di nascita di quello che è considerato il figlio di Dio.
Data che, peraltro, non è riportata con precisione né nei Vangeli né in altre fonti. Secondo gli studiosi bisognerebbe spostarla indietro, ovvero tra l’anno 8 a.C. e l’anno 4 a.C.
La datazione del 25 dicembre dell’1 a.C. fu stabilita dal monaco orientale Dionigi il Piccolo, vissuto tra il V e il VI secolo.
In base ai Vangeli e alla tradizione, collocò la nascita di Gesù nel 754° anno dalla fondazione di Roma. Dionigi introdusse anche l’usanza di contare gli anni “dalla incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo”, per cui il primo anno dopo la nascita di Gesù divenne l’anno 1 d.C.
Nonostante sia ormai chiaro che il calcolo di Dionigi fosse sbagliato, per praticità quello stesso anno è ancora il punto di partenza per contare gli anni nel calendario gregoriano.
Attualmente, dunque, gli studiosi sono concordi, con pochissimi dubbi, nel dire che Gesù sia nato tra l’anno 8 a.c. e il 4 a.c.
A rafforzare questa ipotesi è il fatto che racconto evangelico e certezze storiche combacino: Gesù è nato subito dopo il censimento di Augusto dell’8 a.C., ovvero quello per cui Giuseppe e Maria si misero in viaggio nonostante la gravidanza avanzata della donna, e prima della morte di Erode il Grande, avvenuta nel 4 a.C.
Dunque, effettivamente, ora dovremmo essere in un anno non ben precisato tra il 2021 e il 2025.
Perché il Natale si festeggia il 25 dicembre ?
La scelta del 25 dicembre è riconducibile alle tradizioni romane. In quella data, infatti, si svolgeva una celebrazione pagana dedicata al Sole.
Aureliano consacrò il tempio del Sol Invictus proprio il 25 dicembre 274, nel corso di una festa chiamata Dies Natalis Solis Invicti, “Giorno di nascita del Sole Invitto”, facendo del dio-sole la principale divinità del suo impero ed indossando una corona a raggi.
In seguito, nel momento in cui si ritenne indispensabile far assurgere il Cristianesimo a religione ufficiale e quasi esclusiva dell’Impero, si decise di ‘sostituire’ le due festività, per legittimare il culto cristiano anche agli occhi di chi restava fedele alla tradizione pagana.
E in realtà, dalla tradizione del Sol Invictus, nacquero numerose altre tradizioni, soprattutto iconografiche, che oggi riteniamo cristiane e che hanno invece origine pagane.
GLI STUDI DI CANDIDA MOSS
La stragrande maggioranza dei cristiani non ha nessun dubbio sul fatto che Gesù sia nato il 25 dicembre a parte Candida Moss, insegnante di teologia all’Università di Birmingham e editorialista britannica.
Con i suoi studi l’esperta biblista ha già messo in discussione l’idea della chiesa perseguitata sostenendo che si sia trattato di un’invenzione costruita a partire dal IV secolo dal vescovo Eusebio di Cesarea. «Fu lui a inventare la schiacciante maggioranza di storie di martiri in nostro possesso per propagandare il mito di una chiesa perseguitata e dei suoi martiri», sostiene la professoressa.
«Le reliquie dei martiri potevano attirare folle immense. Il possesso dei resti di un santo assicurava a un villaggio protezione, fama e visitatori. I pellegrini al santuario di un martire hanno bisogno di luoghi di soggiorno, cibo e oggetti commemorativi da portare a casa. Ogni villaggio ha voluto avere i suoi resti sacri».
Candida Moss cerca di fare luce sulla storia più importante della tradizione cristiana: la nascita di Gesù il 25 dicembre, basandosi su un’attenta analisi nel Nuovo Testamento.
«È un’immagine composita ricavata dalle storie della natività dei Vangeli di Matteo e Luca e ampliata dalla tradizione, dalle opere d’arte, dalla musica e dall’interpretazione cristiana successiva», spiega la studiosa mettendo in evidenza altri miti legati al Natale.
«Ad esempio, i tre Re non sono affatto nella Bibbia. Partiamo dal presupposto che ci sono tre visitatori perché portano tre tipi di regali: oro, incenso e mirra, ma la Bibbia in realtà non specifica il loro numero». E, così facendo, sfata diversi miti sul Natale.
Il primo e più importante mito è proprio quello del giorno della nascita di Gesù: il 25 dicembre. Secondo l’esperta non c’è motivo biblico per celebrare il Natale in questo particolare giorno: «Secondo il Vangelo di Luca, i pastori stavano guardando il gregge di notte al momento della nascita di Gesù.
Questo dettaglio, l’unico indizio nei Vangeli sul momento della nascita, suggerisce che il compleanno di Gesù non fosse in inverno, poiché i pastori portano al pascolo i loro greggi solo durante la stagione degli agnelli in primavera. Nei mesi più freddi, le pecore devono starsene al caldo», osserva Candida Moss.
«La vera ragione della scelta del 25 dicembre è dovuta al fatto che si tratta esattamente di nove mesi dopo il 25 marzo, la data tradizionale della crocifissione di Gesù deducibile da altre date presenti nel Nuovo Testamento.
Quando i cristiani svilupparono l’idea teologica secondo cui Gesù fu concepito e crocifisso nella stessa data, stabilirono automaticamente la data della sua nascita nove mesi dopo».
Il secondo mito passato al setaccio della teologa britannica riguarda la nascita di Gesù in una stalla, un’immagine che dimostra le sue umili origini ma non è presente nella Bibbia:
«L’interpretazione più probabile, come ha sostenuto lo studioso del Nuovo Testamento Stephen Carlson, è che Giuseppe e Maria intendessero stare con i propri parenti a Betlemme e che non vi fosse abbastanza spazio negli alloggi per gli ospiti, in genere situati al piano superiore di una casa, per accogliere un parto imminente.
Quindi, Maria ha dovuto partorire altrove, molto probabilmente nella stanza principale della casa, al piano inferiore. Non si parla di animali presenti, ma la menzione della mangiatoia sembra avere portato all’immagine della stalla quando invece indicava semplicemente l’idea di una culla improvvisata».
L’ultimo mito mette in discussione anche la tradizione che noi colleghiamo al giorno dell’Epifania quando i re Magi arrivarono davanti alla stalla dove è nato il piccolo Gesù.
Secondo l’iconografia del classico presepe natalizio si tratta di tre re perché i visitatori venuti dall’est sono descritti nel Vangelo di Matteo con la parola greca «magoi» che significa saggi.
«Nulla suggerisce che questi visitatori fossero monarchi e nemmeno che fossero in tre.
La gente comunemente pensa che ce ne fossero tre a causa dei doni elencati nel Vangelo di Matteo: oro, incenso e mirra, ma avrebbero potuto facilmente essere due, quattro o otto saggi», spiega Candida Moss.
«Non vi è inoltre alcuna indicazione che abbiano visitato Gesù mentre giaceva nella mangiatoia, come spesso illustrato nelle cartoline di Natale.
Quando il re Erode si incontra ansiosamente con loro come scritto in Matteo 2:16, pensa che il suo regno possa essere minacciato dal bambino che sono venuti a visitare, quindi ordina che vengano uccisi tutti i piccoli dai 2 anni in su. Gesù, quindi, avrebbe dovuto avere due anni ed essere ormai un bambino che cammina e parla quando sono arrivati i saggi».
Fonti: meteoweb