I LUOGHI MAGGIORMENTE INFESTATI DEL VENETO

Castello di Monselice, Padova

Castello di Monselice

La struttura in questione venne fatta costruire sui resti di un precedente edificio, per ordine del tiranno Ezzelino da Romano. Il castello pare sia abitato da tre fantasmi: l’amante di Ezzelino, Avalda; il signore di Monselice, Jacopino da Carrara e la sua amante, Giuditta.

Secondo la leggenda, Avalda praticava sia stregoneria che negromanzia e vantava numerosi giovani amanti che, dopo aver soddisfatto le sue richieste, venivano uccisi in seguito a delle torture. La donna fu, poi, uccisa da un sicario per ordine di Ezzelino, che scoprì i suoi segreti ed è per questa ragione che il suo fantasma pare viva ancora qui, dove si mostra con indosso una vesta bianca sporca di sangue.

Jacopino Da Carrara – signore di Padova dal 1350 venne invece rinchiuso dallo zio Francesco all’interno del castello, con l’accusa di tramare contro di lui: l’uomo rimase intrappolato per almeno diciassette anni tra urla e sofferenze e Giuditta non seppe mai più nulla del suo uomo; motivo per cui entrambi vagano ancora all’interno del castello alla ricerca l’uno dell’altro.

 

 

 

 

Villa Foscari, Venezia

Villa Foscari

Villa Foscari si trova a Venezia, per l’esattezza a Mira. Questo magnifico edificio fu progettato dal Palladio e pare sia infestato dal fantasma di Elisabetta Dolfin, moglie di Nicolò Foscari. Secondo le storie tramandate, pare che Elisabetta non fosse fedele e che il marito la fece rinchiudere all’interno della villa, per questa ragione: la donna sembra che vi rimase per circa trent’anni, durante i quali si dichiarò sempre innocente. Alla sua morte, il fantasma venne avvistato da numerose persone all’interno delle stanze della villa.

 

 

Castello di Collalto, Treviso

Castello di Collalto

Susegana, in provincia di Treviso, si trova il Castello di Collalto, all’interno del quale visse una damigella orfana di nome Bianca che fu affidata ad Aica da Camino. La ragazza fu accusata di aver provato a sedurre il Conte Tolberto e, così, Aica la fece murare viva all’interno della stanza in cui la ragazza dormiva. La leggenda narra che il fantasma della ragazza si aggiri ancora per le stanze del Castello di Collalto.

 

 

 

 Fontanasso dea Coa Longa, Piombino Dese

Fontanasso dea Coa Longa

Nei pressi del “Fontanasso dea Coa Longa” a Piombino Dese (in provincia di Padova)  pare che, ogni notte, si odano riecheggiare dei latrati agghiaccianti che sembrano appartenere, secondo la leggenda, alla cagnetta Comara appartenente alla regina Cornaro. La cagnolina si lamenterebbe nel punto e nell’ora esatta in cui sprofondò la carrozza sulla quale viaggiava la regina.

 

 

 

Castello di Valbona, Padova

Castello di Valbona

Venne costruito come difesa del territorio appartenente ai Conti di Lozzo. Si dice che il castello sia abitato dal fantasma della figlia di Germano Ghibelli: la ragazza pare, infatti, che venne murata viva tra le mura del castello perché innamorata dell’uomo sbagliato. Si narra che il fantasma della ragazza triste appaia in lacrime a chi soffre per amore.

 

 

 

ANDRIOLO, IL FANTASMA DI VALEGGIO IN CERCA DELLA SUA SPADA (VR)

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Nel XV Secolo Borghetto sul Mincio era controllata da Giacomo da Carrara, che cercava di rinsaldare il potere dei Carraresi per contrastare le imponenti conquiste di Venezia, alleata coi Gonzaga.

Nel 1405 il Carrarese fu informato che il Castellano di Valeggio, messer Andriolo da Parma, stava trattando con i veneziani la resa della piazzaforte valeggiana. Probabilmente Andriolo, consapevole che il potere dei Carraresi volgeva al termine, scelse di negoziare la cessione a Venezia per evitare che il Castello cadesse nelle mani dei Visconti di Milano.

La reazione del Carrarese fu rapida e spietata: in una gelida alba di giovedì 8 gennaio 1405 Andriolo, fu arrestato senza indugi con l’accusa di alto tradimento. Spezzata la spada, simbolo della sua autorità, Andriolo fu legato e trasportato a Verona, dove fu incatenato ad un palo, denudato, e squartato con un brutale colpo di spada. Il gelo avvolse il corpo straziato di Andriolo che fu buttato nelle rive profonde dell’Adige mentre il cielo di Verona era rischiarato dalla luna piena.

Da allora, lo spirito di Andriolo torna nel suo Castello ogni notte di plenilunio, vagando tra le torri alla ricerca della sua spada spezzata e del suo onore perduto, per poter riposare, finalmente, per l’eternità.

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