LA MUMMIA DI ROSALIA LOMBARDO

Rosalia Lombardo nasce a Palermo il 13 dicembre 1918 e i suoi genitori, Mario Lombardo, ufficiale di fanteria, e Maria Di Cara, sono immensamente felici.

La coppia, alla nascita di Rosalia non risulta unita in matrimonio, lo sarà circa sette mesi dopo l’arrivo della piccola, a dimostrazione che l’atmosfera che c’è in questa famiglia dei primi decenni del secolo scorso sia molto serena e tranquilla, ma di lì a poco tutto cambierà. Rosalia, infatti, il 6 dicembre, poco prima di compiere il suo secondo anno di vita si addormenterà per sempre.

Il decesso è causato da broncopolmonite ma la certezza non è assoluta, perché la memoria di chi ebbe modo nel corso degli anni di raccontare su questi fatti parla di difterite o tifo.

Il dubbio sulla causa della morte è però legato al fatto che coloro che morivano di questo tipo di malattie, ai sensi dell’articolo 18 del regolamento di polizia mortuaria, emesso proprio nel 1920, dovevano essere avvolti in un lenzuolo, impregnato di bicloruro di mercurio e trasportati con apposito carro al cimitero per la tumulazione.

Quindi, se la causa del decesso di Rosalia fosse stata una di queste malattie il corpicino non avrebbe potuto ricevere il trattamento a cui fu sottoposto per volere dei due affranti genitori.

Rosalia infatti venne imbalsamata, e a distanza di ben 100 anni dalla morte possiamo ammirare ancora il suo visino grazie ad Alfredo Salafia che fu uno dei più famosi imbalsamatori dei primi del Novecento.


Rosalia è la più famosa tra le persone che Salafia imbalsamò, ma ricordiamo anche lo statista Francesco Crispi, il senatore Giacomo Arnò, già ministro di Grazia e Giustizia e Culti e primo Presidente della Gran Corte di Cassazione, ma anche il padre  e il fratello dello stesso Salafia.

Questi ultimi, insieme a Rosalia, si trovano presso le catacombe dei Cappuccini a Palermo, anche se le loro salme sarebbero dovute rimanere nelle catacombe solo temporaneamente. Infatti, il permesso di sepoltura aveva carattere provvisorio in quanto non più permesso al di fuori dei cimiteri, per le normative igieniche esistenti.

Alfredo Salafia fu colui che, grazie al suo metodo, ha regalato a Rosalia il “sonno eterno”. Sembra quasi che dorma nella sua piccola bara, coperta da una lastra di vetro, le guance paffute, anche se oggi meno di alcuni ani fa, il fiocco giallo in testa a fermare una ciocca di capelli biondi, gli occhi chiusi ma quasi pronti ad aprirsi per risvegliarsi e continuare a vivere quella vita che alla piccola purtroppo fu negata.

Il corpicino di Rosalia venne imbalsamato presumibilmente dopo 24 ore dal decesso, nella stessa casa dei Lombardo in piazza San Francesco di Paola e trasportato poi nelle catacombe dei Cappuccini, grazie ad un permesso del sindaco di allora Giuseppe Lanza di Scalea.

Il luogo definitivo della sepoltura sicuramente doveva essere altrove ma le continue peregrinazioni della famiglia Lombardo in Italia e all’estero fecero si che Rosalia rimanesse definitivamente nelle catacombe. Due anni dopo la dipartita della piccola la coppia ebbe un altro figlio, e nel 1925 anche una bambina, a cui fu dato il nome della sorellina scomparsa.

Un perfetto caso di imbalsamazione

Ma quale era il metodo usato dal “professore” Salafia, che deve il suo titolo al lavoro svolto con successo negli Stati Uniti, dove si trasferì per alcuni anni insieme ad un nipote, Achille Salomone, suo collaboratore? Alfredo Salafia era un autodidatta, non fece studi accademici, ma la conoscenza della chimica e dell’anatomia e gli studi personali da lui compiuti attestano almeno una istruzione media.

Applicò inizialmente il suo metodo su corpi di animali trattandoli con una miscela di sostanze chimiche, poi nel 1900 incominciò la sperimentazione sui cadaveri umani, presso la scuola anatomica del professore Randaccio, con risultati sorprendenti.

I corpi che ebbe modo di trattare, anche a distanza di anni dal decesso, apparivano in un eccellente stato di conservazione, come se la morte li avesse colti poco tempo prima.

La miscela preparata da Salafia e iniettata al cadavere mediante incisione di una arteria femorale è una composizione a base di glicerina, formalina, sali di zinco, alcool e acido salicilico. Al volto si prestava maggior cura con trattamenti a base di paraffina disciolta in etere, per dare turgore e rendere meno evidenti i cambiamenti post-mortali.

La salma poi veniva collocata dentro una bara di vetro con coperchio di vetro saldato con paraffina, a sua volta chiusa in una cassa di legno con coperchio a cerniera.

Durante il corso di alcuni studi fatti recentemente sul corpo della piccola Rosalia, risulta evidente che cervello, fegato e polmoni si conservano ancora integri, anche se il volto si è leggermente scurito, i capelli schiariti e gli occhi sembrano lievemente socchiusi, quasi a volersi svegliare da quel sonno eterno che ha reso questa bimba famosa in tutto il mondo.

Proprio questo è stato il motivo per cui la piccola bara oggi è collocata all’interno di una teca di acciaio, composta da due spessi vetri che schermano l’effetto della luce e dei flash dei tanti visitatori, e l’umidità viene costantemente monitorata.

Rosalia continua indisturbata nel suo sonno, attorniata da circa 8000 salme, anche se è lei l’unica ad avere l’aspetto di una dormiente. Infatti, le altre salme hanno subito un processo di imbalsamazione del tutto differente, cioè svuotamento del cadavere dagli organi interni, poi i corpi posti a “scolare” per circa un anno, e dopo averli lavati con aceto, riempiti di paglia,  rivestiti dei loro abiti ed collocati nelle nicchie.

Il video registrato in time lapse dove la piccola apre e chiude gli occhi

Mi spiace dirvelo per chi ci ha creduto ma si è scoperto che il fenomeno era solo il frutto di un’illusione ottica prodotta dalla luce che filtra attraverso i vetri laterali del luogo in cui è conservata la mummia, luce che cambia con il passare delle ore.

Fonte: luoghimisteriosi

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