MORTE APPARENTE: I CASI AVVENUTI

Secondo la legge 578/93 del 29 dicembre del 1993 che contiene le Norme per l’accertamento e la certificazione di morte per poter effettuare una diagnosi di morte su un corpo, è necessario controllare la cessazione di tutte le funzioni dell’encefalo e tenere in osservazione il corpo per 48 ore.

 

 

 

Come mai succede ? quali sono le teorie ?

 

Tra le ipotesi, c’è quella che il fenomento possa avere a che fare con con una sincope, una folgorazione oppure con le manovre di rianimazione: la ventilazione eccessiva del paziente può fare aumentare la pressione nei polmoni e diminuire l’afflusso di sangue al cuore che a sua volta potrebbe per questo motivo potrebbe andare ancora più in crisi fino magari all’arresto cardiaco.

Con la cessazione della rianimazione quando la pressione nei polmoni torna normale il sangue che rifluisce verso il cuore potrebbe tornare a circolare più facilmente dando il via di nuovo al circolo.

 

Altra ipotesi è che per lo stesso fenomeno possano arrivare al cuore a scoppio ritardato i farmaci che magari erano stati somministrati e che temporaneamente lo rimettono in moto. Altra ipotesi ancora è che abbia a che fare con i livelli di potassio nel sangue: alcuni dei farmaci usati nella rianimazione per abbassarli dato che il loro eccesso provoca aritmie potenzialmente fatali potrebbero far ripartire il cuore.

 

Qualcuno la chiama anche “sindrome di Lazzaro”: un’interruzione momentanea delle funzioni vitali, che però dura solo per breve tempo.

 

 

Curiosità: Se ne parlò ufficialmente per la prima volta nel 1993 in seguito al caso di un 75 enne che ‘resuscitò’ a rianimazione ultimata.

 

 

 

La morte di un corpo ha inizio quando si verificano le seguenti condizioni:

 

  • L’attività elettrica corticale è assente, la misurazione di quest’ultima va controllata ogni trenta minuti per tre volte.

 

  • Bisogna effettuare una prova di apnea, nella quale la misurazione del ph sanguigno deve essere minore di 7,4 e la pressione parziale di anidride carbonica maggiore di 60 mmHg.

 

  • I riflessi dei nervi cranici devono essere assenti.

 

  • La temperatura corporea scende al di sotto dei 24°

 

Proprio per questo vengono indicati tre diversi tipi di morte. Si parla di morte relativa quando un paziente non ha più attività cardiaca ma con un intervento mirato di rianimazione ha la possibilità di riprendersi.

La morte intermedia invece è quando persiste soltanto l’attività di tipo cellulare, infatti le prime a morire sono le cellule nervose, poi quelle cardiache ed infine tutte le altre. Per morte assoluta si intende la cessazione di qualsiasi attività.

 

La constatazione di decesso deve essere effettuata da un medico legale. Il medico legale ha il compito di stabilire le cause della morte, autorizzare un’eventuale autopsia, autorizzare se richiesto dai parenti il prelievo degli organi ed infine autorizzare la sepoltura.

 

 

 

I diversi casi di morte apparente

 

La paura recondita di essere letteralmente seppelliti vivi per poi risvegliarsi in una bara senza via d’uscita prende il nome di tafofobia (è una forma estrema di claustrofobia) ed è molto comune tra le persone. Dati i diversi casi di risvegli da morte apparente è stato istituito un tempo di osservazione di quarantotto ore, soprattutto quando si parla di morte per cause naturali e non violente.

 

Nel mondo e anche in Italia alcuni hanno avuto la sfortuna di vivere questa esperienza, nella maggior parte dei casi conclusasi con un lieto fine. Un uomo sudafricano ad esempio era stato dichiarato morto in seguito ad un attacco di asma ma si è risvegliato 20 ore dopo quando già era stato messo in una cella frigorifera. Anche un’anziana donna russa si è risvegliata improvvisamente dopo 3 giorni dalla dichiarazione di morte, giusto un attimo prima che le venisse fatta un’autopsia.

 

 

Primo caso:

Eclatante Il caso colombiano di Noelia Serna, una donna “resuscitata” poco prima di essere sepolta. Gli addetti delle pompe funebri della città colombiana di Cali hanno avuto uno shock, quando una donna di 45 anni dichiarata clinicamente morta dai medici ha improvvisamente iniziato a respirare e a muoversi mentre veniva preparata per la sepoltura.

Gli strumenti medici non rilevavano più sulla paziente né la pressione arteriosa, né la frequenza cardiaca, secondo Miguel Angel Saavedra (un medico della clinica dove la donna era stata ricoverata).

Il personale medico così ha firmato il certificato di morte. Si è trattato della “sindrome di Lazzaro” secondo i medici di quell’ospedale. La donna in realtà era morta ma ha poi cominciato a respirare di nuovo e a fare dei movimenti. Successivamente la donna venne riportata all’ospedale dove purtroppo entrò in coma.

 

 

Secondo caso:

Fece il giro del mondo nel 2014 la storia dell’allora 79 enne Walter Williams: dichiarato morto perché il suo pacemaker aveva smesso di funzionare e trasportato alle pompe funebri per l’imbalsamazione, riprese a respirare e a scalciare dal sacco in cui era riposto.

 

 

Terzo caso:

Panico e sconcerto ai funerali di Brighton Zanthe Dama, 34 anni dello Zimbabwe. Il ragazzo morto in seguito a una lunga malattia mosse le gambe e si risvegliò proprio quando era già sistemato nella bara e familiari e amici erano impegnati nella processione funebre.

Dopo due giorni di ospedale Zanthe ritornò a casa in buona salute.

 

 

Quarto caso:

Anche Watson Franklin Mandujano Doroteo, 24enne peruviano, ricominciò a muoversi durante il suo funerale, mentre era nella bara. Il giovane, soccorso immediatamente sul posto, in effetti respirava e fu trasportato in ospedale.

Fu dichiarato definitivamente morto (stavolta davvero) poche ore dopo.

 

 

Quinto caso:

Un donna di 37 anni è stata sepolta viva per errore. La notizia, proveniente dal Brasile, ricalca uno dei più angoscianti incubi che l’essere umano possa trovarsi ad affrontare e più volte affrontato sia dalla letteratura che dal cinema.

L’agghiacciante caso è stato reso noto dal sito web brasiliano Mail online ed è avvenuto in una cittadina del Nord Est dello stato sudamericano, per la precisione a Riachão das Neves.

 

Secondo quanto riferito dai giornalisti alcuni visitatori del cimitero locale di Senhora Santana avevano sentito tonfi ed urla soffocate provenire dalla tomba di Rosangela Almeida dos Santos, 37 enne abitante nella cittadina seppellita 11 giorni prima.

I parenti della donna avvisati si erano precipitati a riaprire la bara forzandola nella flebile speranza di trovare la loro congiunta ancora in vita ma lo spettacolo al quale hanno dovuto assistere una volta riaperta la cassa è di quelli ai quali non avrebbero mai voluto assistere: le unghie della donna erano completamente distrutte e la parte interna del coperchio della bara presentava graffi e macchie di sangue.

 

Anche il corpo della defunta non era più nella classica posizione supina ma appoggiato su un fianco ed era ancora caldo, come se Rosangela fosse morta da poco e non da 11 giorni. Tutti segni evidenti del fatto che la povera donna si era risvegliata dal suo stato di morte apparente ed aveva cercato disperatamente di uscire dalla sua bara, come testimonia anche il fatto che i chiodi erano stati spinti dall’interno verso l’alto.

Dopo la scoperta i parenti della donna hanno denunciato l’accaduto alla polizia locale che ha avviato le opportune indagini per accertare le reali cause della morte e se si sia trattato di un errore medico o di un raro caso di morte apparente, in attesa dei risultati dell’autopsia che potranno certamente fornire dettagli utili in tal senso.

 

Intanto i medici dell’Hospital do Oeste di Barreiras di Bahia che avevano dichiarato la morte di Rosangela Almeida dos Santos per “shock settico” sopravvenuto dopo due arresti cardiaci si sono immediatamente resi disponibili a fornire alla famiglia e alle autorità inquirenti tutte le informazioni che possano contribuire a fare luce sul caso, nella convinzione che non si è trattato di un loro errore.

 

 

Sesto caso:

Un cameriere 28enne in Egitto resuscitò prima che la bara fosse chiusa e il suo infarto che ne aveva provocato il falso decesso divenne solo un lontano ricordo.

 

 

Settimo caso:

Nell’agosto del 1999 a Trieste una sessantenne che aveva tentato il suicidio con un cocktail di farmaci fu dichiarata morta. Mentre la scientifica faceva i rilievi si risvegliò all’improvviso e una settimana più tardi uscì dalla terapia intensiva e ricominciò la sua vita.

 

 

Ottavo caso:

Nel 2005 la 97enne Ramona Guerra Herrera fu dichiarata morta per la quarta volta. E per la quarta volta resuscitò. Avvenne a Sabanalarga, frazione di Sampues, dipartimento di Sucre. I medici ne dichiarono convinti il decesso.

A casa arrivò una bara nuova di zecca portata dai figli. Ma appena varcarono la soglia la trovarono a giocare coi nipotini. Giunsero in massa i giornalisti pronti a documentare un caso davvero unico al mondo. E lei parve divertita: «Mi sento bene non ho febbre, non ho mal di testa, non ho niente. Mi piacerebbe arrivare a 100 anni perché sto bene con i miei figli con cui sono in grande sintonia».

 

 

Nono caso:

Giulio Maria della Somaglia era un potente cardinale cattolico che operò fra la fine del 18° e l’inizio del 19° secolo. Sotto diversi Papi il cardinale divenne una figura cruciale per lo stato pontificio. Il 2 Aprile del 1830 venne dichiarato morto, e il suo corpo era in preparazione per l’imbalsamazione. Quando l’imbalsamatore affondò il coltello nella cassa toracica dell’uomo questi si svegliò improvvisamente dallo stato di morte apparente, ma era troppo tardi: morì comunque dopo pochi minuti per la ferita al torace.

 

 

Decimo caso:

Il 2 ottobre 1571 a Braughing suonava la campana con la melodia del rituale funebre e la bara di un agricoltore locale, Matthew Wall, veniva portata giù per la Fleece Lane verso la chiesa del villaggio di Santa Maria Vergine.

La fidanzata di Matthew e altri parenti seguivano il corteo funebre quando Wall si svegliò iniziando a colpire il coperchio della bara e le persone lo tirarono fuori dalla cassa di legno.

 

Matthew probabilmente era caduto in coma dopo aver sofferto di quello che si crede potesse essere una forma di epilessia. Il triste giorno si trasformò in una festa per la “resurrezione” del giovane che un anno dopo sposò la sua fidanzata e visse fino al 1595.

Quando morì chiese che la strada dove passò il primo corteo funebre fosse spazzata ogni anno e che si suonassero a festa le campane con la melodia sia del matrimonio sia del funerale. Il 2 Ottobre nella città si festeggia ancora la ricorrenza dell’”Old Man Day” in occasione della morte apparente di Wall.

 

 

Undicesimo caso:

Esser dichiarati morti senza esserlo veramente è una tragedia ma quando questa circostanza si ripete per due volte diventa statistica. A Novembre 2011 una signora di 61 anni si risvegliò qualche minuto prima che le venisse praticata l’autopsia (immaginarsi la scena è terrificante) dopo ben 3 giorni trascorsi all’obitorio.

Nell’Ottobre 2012 fu nuovamente dichiarata morta ma i medici aspettarono del tempo prima di ordinarne la tumulazione vista la precedente circostanza. La donna infatti si risvegliò.

 

Fonte: funeraliroma

 

 

 

Ricerca pubblicata sul Journal of the Royal Society of Medicine

 

Nel 2007 un medico anestesista particolarmente interessato all’argomento ha condotto una ricerca pubblicata sul Journal of the Royal Society of Medicine su alcuni casi di morte apparente. Per la precisione ne ha presi in esame 38, tutti quelli documentati nella letteratura medica.

Di questi, tredici pazienti avevano un infarto del miocardio, 8 avevano una malattia ostruttiva delle vie aeree e le altre diagnosi erano varie: rottura dell’arteria polmonare, emorragia gastrointestinale, insufficienza renale, trauma, overdose.

 

Di questi più della metà è morta comunque poco dopo l’episodio di morte apparente, nel corso della degenza ospedaliera. Quattordici persone invece sono tornate a casa vive e vegete, dimesse senza gravi conseguenze neurologiche. Non avevano alcun legame tra loro circa la patologia, la durata della rianimazione o il tempo trascorso in stato di morte apparente.

Lo studio evidenza comunque che la maggior parte dei casi di recupero di circolazione spontanea e quindi del battito cardiaco presi in esame sono avvenuti nell’arco dei 10 minuti seguenti il termine della rianimazione cardio-polmonare e solo in un caso in letteratura il recupero della funzionalità cardio-circolatoria è avvenuta quando il paziente era già in obitorio.

 

Fonte: robadadonne

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